CON GLI ANNUNCI DI RENZI NON ANDIAMO DA NESSUNA PARTE
di Giacomo Stucchi
Mancavano solo gli effetti 3D e Dolby Surround per completare la spettacolarizzazione mediatica della conferenza stampa con la quale Matteo Renzi ha annunciato le misure economiche che il suo governo intenderebbe attuare nei prossimi mesi. Il condizionale è d’obbligo poiché di immediato non c’è proprio niente. Spenti i riflettori e le telecamere, di quanto detto dal presidente del Consiglio non rimane quasi nulla di concreto. Non è certo un caso, infatti, se fra gli strumenti legislativi per mettere in pratica quanto annunciato il giovane premier non abbia scelto subito per le sue riforme solo il decreto legge, ovvero l’unico mezzo per poter passare nell'immediato dalle parole ai fatti. Non è una circostanza di poco conto, come si è subito affrettato a sottolineare Renzi, perché dopo la sbornia di numeri e parole della conferenza stampa ciò che è sembrato probabile è che l’inquilino di Palazzo Chigi nella sua enfasi riformatrice, ricca di frasi ad effetto ma povera di contenuti, deve avere avuto un razionale invito alla prudenza. Forse dal titolare del Tesoro, oppure da ambienti del Quirinale, potrebbero essere arrivati espliciti inviti a non giocare con il fuoco. Non si spiegherebbe altrimenti come mai, ad eccezione di alcuni provvedimenti, sia stato scelto un percorso legislativo più lungo e probabilmente più incerto. Ma c’è di più. Premesso che al momento l’unica certezza è quella di una patrimoniale sulle rendite finanziarie, le probabilità che il presidente del Consiglio stia davvero procedendo senza bussola, scommettendo su andamenti finanziari congiunturali che nessuno ha gli strumenti per prevedere, sono altissime. In altre parole, le coperture finanziarie alla riforme annunciate dall’ex sindaco al momento non sembra che esistano, o ci sono in minima parte. Tutto si basa su previsioni, come quella che lo spread non aumenti di nuovo o che il commissario alla spendig review Cottarelli riesca nel miracolo di recuperare diversi miliardi dai tagli alla spesa pubblica. Troppo poco, davvero troppo poco per poter dormire sonni tranquilli. La sensazione netta è che si tratti dell’ennesima presa in giro della sinistra, e di un suo leader, a danno dei cittadini, che potrebbero ben presto vedere vanificate le loro speranze di un futuro migliore.
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