DAL BICAMERALISMO PERFETTO AL SISTEMA DI VOTO IMPERFETTO
di
Giacomo Stucchi
Il dibattito a
Montecitorio sulla nuova legge
elettorale la dice lunga sull’aria che tira dalle parti dei
palazzi romani. La sensazione è che non si tratti, come probabilmente il
premier avrebbe voluto, di un passaggio epocale ma piuttosto dell’ultima
spiaggia di un partito, il Pd, consapevole di rischiare di chiudere bottega se,
dopo Bersani e Letta, dovesse fallire anche con Matteo Renzi. Del resto la
decisione di votare la nuova legge elettorale solo per la Camera,condizione
imposta all’ex sindaco da una parte del suo stesso partito per poter andare
avanti, non ha più nulla del patto originario con il Cavaliere e l’annunciata
stagione di riforme si è trasformata in un accordo al ribasso. Tutto questo
dimostra quanto siano fragili gli equilibri all’interno del Pd, ma soprattutto
quanto sia debole la leadership di Renzi. Una condizione, quest’ultima, che fa a
pugni con le ambiziose riforme economiche e sociali che il premier annuncia,
ormai quotidianamente, di voler fare ma che richiederebbero da parte del Pd
un appoggio parlamentare ben più convinto di quello che stiamo vedendo alla
Camera. La sicumera con la quale il capo del governo continua a ripetere che
la riforma del sistema del voto anche al Senato è secondaria, perché tanto nelle
sue intenzioni questo ramo del Parlamento andrà eliminato, appare poi fuori
luogo e rischiosa. Fuori luogo perché se è vero che le ragioni che stavano alla
basedel bicameralismo perfetto, per cui ogni legge deve essere approvata nel medesimo
testo da entrambi i rami del Parlamento
, sono ormai superate, non è altrettanto
scontato che la risposta migliore sia quella di eliminare tout court il Senato.
Rischiosa perché la valutazione che
accomuna la maggior parte dei deputati del Pd, così come dei loro alleati del
Nuovo Centrodestra, sul tema delle riforme non è sulla necessità di cancellare
l’assemblea di Palazzo Madama, ma sull’eliminazione della doppia approvazione e
appunto della navetta parlamentare. Ne consegue che ammesso che la
maggioranza approvi la nuova legge elettorale, il risultato sarà quello di avere
due diversi sistemi di voto: uno per la Camera dei Deputati, con l’Italicum, e
l’altro per il Senato, come modificato dalla sentenza della Consulta. Per
quanto tempo questa situazione si possa protrarre, in attesa che arrivi la
riforma anche del Senato, nessuno è in grado di prevederlo. Ma nel frattempo,
però, avremmo già fatto ridere il mondo intero.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home