Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, febbraio 25, 2014

RENZI, ALFANO E IL GIOCO DELLE TRE CARTE

di Giacomo Stucchi

Il presidente del Consiglio incaricato, che nel suo passaggio in Parlamento non ha certo suscitato grandi entusiasmi, gioca a fare il prestigiatore. Al Senato  quattro voti in meno rispetto alla fiducia accordata al governo Letta sono stati indicativi di un andazzo non proprio favorevole, mentre alla Camera le critiche sono venute persino da esponenti del suo partito che gli hanno rimproverato soprattutto le modalità con le quali ha defenestrato Letta prendendone il suo posto. Più che nella forma, però,  Renzi   è sembrato deficitario nella sostanza. Ciò che in questo momento gli manca è una chiara programmazione di cosa intenda fare davvero. La riduzione del cuneo fiscale e lo “sblocco totale”  dei debiti della Pubblica Amministrazione, che ha annunciato di voler attuare già nei prossimi mesi, sono infatti misure che incidono per più di cento miliardi di euro. Dove li trova questi soldi? I tagli alla spesa pubblica, ai quali sta lavorando il commissario straordinario alla spending review Cottarelli, non sembrerebbero avvicinarsi nemmeno di striscio ad una simile cifra, per di più  in un  margine di tempo così ristretto. Ecco perché il debutto di Renzi in Parlamento ci è sembrato più da imbonitore che da statista, ed è  ancora più grave il fatto che certa stampa compiacente continui a sostenere che inlui sono riposte le   speranze del Paese per uscire fuori dalla grave situazione di impasse nella quale i governi Monti e Letta, e non altri, lo hanno portato. Non si capisce poi di cosa si compiaccia l’alleato di governo Alfano. A noi pare che l’unico  motivo di “soddisfazione” che può trarre il Ncd dall’attuale situazione è  l’equivoco sul quale si sta giocando a proposito della legge elettorale. L’impressione infatti è che quando Renzi ha al suo fianco l’alleato Alfano si prodiga in solenni dichiarazioni  con le quali ribadisce che la riforma elettorale non è disgiunta dalle riforme istituzionali, che significa allungare di fatto la vita alla legislatura;  mentre  in altre occasioni, magari per compiacere altri interlocutori, dice che  il nuovo sistema di voto va approvato immediatamentea prescindere da tutto il resto. Insomma, l’impressione è che qui si stia giocando alle tre  carte e alla fine a farne le spese saranno ancora una volta le attese deluse di cittadini e imprese.