Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, febbraio 18, 2014

LO SPRINT DI RENZI SI INFRANGE DAVANTI AI RITI DELLA POLITICA ROMANA

di Giacomo Stucchi

Ad ostacolare il calendario di Matteo Renzi (a febbraio legge elettorale e riforme istituzionali, a marzo i provvedimenti per incentivare l’occupazione, ad aprile la nuova pubblica amministrazione e, dulcis in fundo, a maggio il nuovo fisco) non c’è di mezzo solo la logica, ed infatti il governo non sarà in carica prima della fine del mese, ma gli stessi suoi colleghi di partito. La minoranza del Pd, infatti, ha già posto dei paletti al premier incaricato, rivendicando la necessità di un "confronto sul programma di governo", manifestando qualche dubbio sull’opportunità di votare la fiducia o meno e, soprattutto, invitando a "non dare tutto per scontato". Insomma, tutti segnali che non promettono nulla di buono. Se si tratta di melina,magari allo scopo di ottenere più poltrone, o di altro, al momento non è dato sapere, ma di certo gli obiettivi che l’ex sindaco si è prefissato appaiono spropositati e condizionati da un vizio, al contempo di forma e di sostanza. Di forma, perché l’impressione che si ricava dai primi passi del presidente incaricato è che i contenuti, ma soprattutto i tempi direalizzazione del suo programma di governo, siano buttati lì più per “scioccare” l’opinione pubblica, e convincerla che con lui a Palazzo Chigi sarà tutto diverso, che non per realizzarli davvero. Di sostanza, perché per fare le cose che Renzi ha annunciato di voler fare occorrono risorse e per trovare queste, nelle pieghe di un bilancio dello Stato asfittico, occorrono scelte condivise da una maggioranza di governo, che è cosa diversa da quella numerica. Un conto sono i numeri che il nuovo governo potrà anche ottenere in Parlamento per la fiducia, ma altra cosa è invece la condivisione di un programma da portare avanti. Tanto più che la presenza del Ncd di Alfano al governo, toglie allo stesso una sua connotazione politica. La sensazione comunque è che lo sprint iniziale, che avrebbe dovuto portare ad avere subito un nuovo esecutivo, si sia già infranto davanti ai riti della politica romana, da sempre piùattenta ai nomi delle persone che andranno ad occupare le poltrone ministeriali che non alle cose da fare. Un destino al quale nemmeno il giovane segretario del Pd sembra sfuggire.