Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, giugno 28, 2007

Riforma pensioni? Già fatto!

di Giacomo Stucchi

E’ giunto il momento di ammettere ciò che anche un bambino sa, ovvero che non si possono accontentare le richieste di una parte dell’Unione, che vorrebbe addirittura l’eliminazione dello scalone, con la necessità di far quadrare i conti dello Stato. Sicchè, sarebbe ora che il presidente del Consiglio, Romano Prodi, e il ministro del Tesoro, Tommaso Padoa Schioppa, dicano chiaramente ai cittadini che non esistono molte alternative alla riforma approvata a suo tempo dalla Cdl e prendano atto del totale fallimento della politica economica, fiscale e sociale del loro sciagurato governo. D’altra parte se nemmeno Cgil, Cisl e Uil, i cui segretari, smentendo le dichiarazioni di ottimismo del Professore, avevano peraltro anticipato un forte scetticismo sulla possibilità di chiudere presto la trattativa (chiarendo che i margini per un’intesa su mercato del lavoro, previdenza e Dpef si erano ridotti), se la sono sentita di dar credito a questo governo, che adesso si trova nei guai sino al collo, a che serve continuare a tirarla per le lunghe? Perché con la scadenza della presentazione del Dpef, da un lato, e i soliti mastini di Bruxelles, dall’altro lato, che vorrebbero che l’extragettito fosse utilizzato solo per risanare il deficit, per Palazzo Chigi i margini di manovra si fanno davvero stretti. Per non parlare poi delle lotte intestine alla maggioranza sugli interventi da attuare. Siamo giunti quindi alla resa dei conti? E’ ancora presto per dirlo. Certo, l’accordo coi sindacati sulle pensioni è una condicio sine qua non affinché Prodi possa sperare di andare avanti almeno un per pò, ma più in generale è sull’utilizzo del cosiddetto tesoretto, del quale si parla ormai da mesi (anche se nessuno ne conosce l’esatta entità), che si addensano un gran quantità di nubi. Come se non bastasse, la Corte dei Conti ritiene "incerto" il grado di permanenza dell'extragettito derivante dalla lotta all'evasione e mette in guardia sull'utilizzo per maggiori spese in corso d'anno "di risorse di dubbia affidabilita'". Morale della discussione, che fare? Boh, come al solito nessuno lo sa. "Il governo sta valutando ulteriori proposte, al fine di giungere alla conclusione di un percorso che già si basa su importanti punti di condivisione" - afferma Silvio Sircana, a nome dell’Esecutivo – ma, al di là della diplomazia, e comunque vada a finire questa vicenda, il fatto è che nella coalizione di centrosinistra nessuno vuol ammettere che la questione delle riforma delle pensioni è un problema al quale il governo Berlusconi ha già dato a suo tempo una soluzione. Tuttavia, poiché la sinistra radicale ha preso i voti promettendo agli elettori che avrebbe eliminato lo scalone (cosa peraltro possibile a patto che, sempre la stessa sinistra radicale, chiarisca dove intende recuperare i soldi necessari) adesso non vuole prendere atto della realtà delle cose e continua ad avere, rispetto al problema, un atteggiamento più ideologico che pragmatico. Anche i sindacati (che certo non possono rimanere indietro rispetto alle richieste della sinistra) sono costretti ad assumere una posizione altrettanto intransigente. In realtà, chiunque abbia un po’ di buon senso, sa perfettamente che la riforma Maroni, che peraltro prevede già i meccanismi per eventuali modifiche o miglioramenti, è un punto fermo del quale non si può prescindere. Ecco perché tutta questa trattativa, tra governo e parti sociali, è una inutile manfrina che non dà ai lavoratori nessuna certezza. Perché si mette in discussione una legge dello Stato, ovvero la riforma della Cdl che ha introdotto lo scalone, ma non si trova un alternativa che mette d’accordo tutti ma, soprattutto, che sia conciliabile con le esigenze di bilancio. La cosa migliore che possiamo quindi augurarci per i cittadini, che giustamente si chiedono che cosa sarà del loro futuro a partire dal prossimo anno, se potranno andare o meno in pensione, è che tutto resti com’è.
Tratto da LA PADANIA del 28 giugno 2007