Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, maggio 15, 2007

CON L’UNIONE SOLO FOLCLORE

di Giacomo Stucchi

Se ogni giorno ha le sue pene, con Prodi al governo ogni ora è diventata una pena. Per voi lettori questa mia affermazione non è una novità, ma lo spettacolo indecoroso al quale ormai da un anno assistiamo, quello di un Esecutivo che si arrampica continuamente sugli specchi senza sapere dove andare a parare, mi spinge a riproporla. Gli ultimi esempi sono, da un lato, la trattativa sulle pensioni, sulla quale il presidente del Consiglio mente quando dice che a riguardo nella maggioranza “non c’è nessuna tensione”, e dall’altro lato, la fiducia sul provvedimento, già approvato dal Senato, sulle disposizioni urgenti per il “ripiano selettivo dei disavanzi pregressi nel settore sanitario”. Che, tradotto dal burocratese, significa che ancora una volta a risanare i bilanci in rosso di alcune regioni, soprattutto Lazio e Campania, che fanno dello sperpero del denaro pubblico la loro principale attività, saranno i contribuenti del Nord. Tutto questo in barba ai bei discorsi sul federalismo che questa maggioranza a parole dice di condividere ma che poi, nei fatti concreti, rigetta spudoratamente facendoci anzi tornare indietro di decenni. Perché un provvedimento, qual è quello sul risanamento dei “buchi” nella sanità di alcune Regioni, che si contraddistingue tra l’altro per una forte ingiustizia sociale (altro che solidarietà!) tra le Regioni virtuose e quelle che scialacquano i soldi dei cittadini e non programmano alcunché, altro non è che il peggiore esempio di Stato centralista e dirigista contro il quale il Carroccio si batte da anni. Una cosa simile forse non l’avrebbero pensata nemmeno nella prima Repubblica. L’altro scandaloso comportamento del Governo è quello in atto sul fronte previdenziale. Non oso nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se a menar il can per l’aia, come stanno facendo Prodi e i suoi ministri dall’aprile 2006, fosse stato il governo precedente. I sindacati avrebbero indetto uno sciopero a settimana, i partiti della sinistra una manifestazione al giorno, giornali e osservatori, di parte, crocifisso la CdL e indicata al pubblico ludibrio per manifesta incapacità di dialogare con i lavoratori e le rappresentanze sindacali. Si dirà che dopo il fallimento dell’ultimo incontro tra Governo e sindacati (nel quale peraltro il responsabile dell’Economia Padoa Schioppa ha implicitamente riconosciuto la validità della riforma previdenziale varata dal centrodestra, dopo che la stessa era stata osteggiata, soprattutto dalla sinistra radicale, in campagna elettorale), è stato già proclamato uno sciopero generale. Ma questa decisione, che arriva dopo una lunga fase interlocutoria, durante la quale i rappresentanti dei lavoratori sono rimasti straordinariamente silenti, è una reazione minima rispetto all’indifferenza manifestata dal Governo. Insomma, al di là dei destini di previdenza e sanità, il punto è che siamo veramente al non plus ultra della presa in giro. Che ha raggiunto il culmine con il recente autocompiacimento di Prodi per la promozione dei conti pubblici da parte dell’Unione europea; quando persino un bambino intuisce che neppure Mandrake, in pochi mesi di Governo, avrebbe mai potuto predispsorre, approvare e rendere esecutivi provvedimenti in grado di incidere profondamente sull’andamento dell’economia. Figuriamoci poi un Governo che è retto da una coalizione che al massimo, con le variegate e ondivaghe posizioni dei suoi esponenti, può fare folclore ma non certo politica e tanto meno una seria azione di governo. La verità è che il Professore si è trovato a cavalcare l’onda di una ripresa economica dovuta ad una congiuntura ritornata favorevole, dopo anni di ribasso, ma anche all’efficacia di provvedimenti (soprattutto sul fronte fiscale), adottati dai precedenti governi della CdL, che hanno cominciato a dare i loro frutti. Tanto è vero che tutti i dati economici positivi si registrano a partire dai primi mesi del 2006, ovvero poco prima del ritorno di Prodi a Palazzo Chigi. Comunque, se il merito della ripresa fosse veramente suo, come vergognosamente egli cerca di far credere all’opinione pubblica, allora per i prossimi mesi dovremmo aspettarci miracoli.