Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, dicembre 12, 2006

UN GOVERNO TUTTO FISCHI E FIASCHI

di Giacomo Stucchi

E’ difficile, e comunque non basterebbe un breve articolo, per fare una casistica di tutte le defaillance del Governo Prodi: in assoluto il peggiore nella storia della Repubblica (sia nei rapporti coi cittadini sia in quelli con le forze politiche di opposizione). Se dovessimo descriverlo in due parole basterebbe dire che questo Esecutivo, non avendone azzeccata una dal giorno del suo insediamento, è tutto "fischi e fiaschi". I primi sono quelli implacabili che la stessa presunta base elettorale della maggioranza, ovvero quella operaia degli stabilimenti Fiat Mirafiori, hanno riservato ai rappresentanti sindacali che sono andati a trovarli. Per far che? E’ proprio quello che si sono chiesti i lavoratori. "Che ci venite a fare in fabbrica dopo aver svenduto il nostro tfr al Governo senza, per giunta, consultarci?" Eppure l’Unione in campagna elettorale aveva fatto tante promesse e tra queste quella di aiutare le classi meno abbienti che, invece, tra trasferimento del trattamento di fine rapporto all’Inps, riduzione del cuneo fiscale talmente dilazionata nel tempo da avere effetti positivi inesistenti nella busta paga e, soprattutto, con l’aumento delle imposte indirette, si ritrovano oggi in brache di tela. "Si stava meglio con Berlusconi", è il comune sentire tra i lavoratori, gli imprenditori e gli impiegati, pubblici e privati. Fischi, gli ultimi in ordine di tempo, anche per il presidente del Consiglio Prodi in visita al Motorshow di Bologna. Ormai neppure la "sua" città può salvaguardarlo da un disagio sociale generale e da una protesta che monta ogni giorno di più. Tanto che lo stesso segretario del partito di maggioranza relativa del centrosinistra, Piero Fassino, reitera ormai quotidianamente i suoi inviti al capo del governo affinché ascolti il malcontento della piazza e agisca di conseguenza. Ma è come parlare al vento: si sa, Prodi è fatto così. Testardo come nessuno, lui va avanti per la sua strada. E continua a farsi suggerire dalla sinistra estrema le soluzioni per fare cassa. Come quella (e dire che si lamentavano della "finanza creativa" di Tremonti!) dell’esproprio dei cosiddetti "conti correnti dormienti" (quelli cioè non movimentati da parecchi anni) per finanziare l’assunzione di una parte dei precari. Già, il problema è che, come al solito, un minuto dopo il disco verde del ministro dell’economia Padoa Schioppa alla "straordinaria idea", la cui paternità pare spetti a Rifondazione Comunista, sono arrivate le smentite e il solito balletto di cifre. Nessuno sa, infatti, a quanto ammonta esattamente questo ipotetico "fondo" e in che misura può servire alla bisogna. Insomma, siamo alle solite: prima si butta la pietra nello stagno e poi si ritrae la mano. Tanto che ormai anche i diretti interessati, da Fassino a D’Alema, da Rutelli a Castagnetti, da Di Pietro a Giordano, non ci capiscono più nulla. "Quello che ho detto ho detto e quello che ho detto ho detto", ha risposto proprio così Romano Prodi ai cronisti che gli chiedevano se fosse ancora convinto che la contestazione di Bologna fosse organizzata. Il che la dice lunga sulla capacità di comunicazione del presidente del Consiglio. Delle due l’una: o non ha più nulla da dire oppure si è incartato a tal punto, nell’azione di governo, da non sapere più nemmeno lui quello che dice. Sui fiaschi poi siamo certi che l’incredibile e interminabile serie, della quale ministri e sottosegretari ci hanno dato un saggio in questi primi mesi di governo, sia ben lontana dall’essersi conclusa. La madre di tutte le magre figure, si sa, è la Finanziaria. Un provvedimento che, cosa più unica che rara, ha veramente accomunato tutti nella protesta contro questo Governo. Ma la frittata dell’Unione è ormai fatta e il popolo ne piange le conseguenze. E che dire dell’indulto? Non passano giorni senza che nuovi fatti di sangue siano legati alla scarcerazione di un detenuto a seguito del provvedimento del ministro Mastella, che magari alle prossime elezioni potrà pure intercettare qualche voto in più ma che nel frattempo ha fatto diventare le strade delle nostre città un far west. E i trasporti? Beh, ormai, tra scioperi, vertenze e quant’altro, per i viaggiatori le stazioni e gli aeroporti sono diventati una seconda casa. E allora? Allora bisogna avere pazienza e aspettare che arrivi il momento buono per azzerare tutto e ripartire daccapo. E il momento buono, ne siamo certi, arriverà, arriverà.