Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, ottobre 03, 2006

E’ REGIME, PERICOLOSO LASCIARLI FARE!

di Giacomo Stucchi

Beh, almeno una famiglia che festeggia per questa legge finanziaria c’è, ed è quella degli Agnelli. E’ ormai chiaro a tutti che il presidente di Confindustria Montezemolo, che ufficialmente rappresenta tutti gli industriali ma che in pratica fa solo gli interessi del gruppo Fiat, è andato in Cina non per promuovere la piccola e media impresa padana ma per assecondare il premier. In cambio di questa disponibilità il Professore gli potrebbe regalare molto denaro pubblico per mettere in mobilità gli operai del maggior gruppo automobilistico nostrano. Si continua così, a spese delle altre imprese (che se passasse questa Finanziaria, dal 2007 sarebbero obbligate a versare una parte del Tfr all’Inps), nel solco della peggiore tradizione romana che negli ultimi cinquant’anni, complici i partiti del cosiddetto “arco costituzionale”, ha visto la famiglia Agnelli da un lato incassare i soldi dello Stato per pagare la cassa integrazione ai suoi operai e dall’altro incamerare gli utili del gruppo. Non c’è che dire, Montezemolo ha reso proprio un bel servizio agli associati di Confindustria. Pertanto rivolgo un invito agli imprenditori padani (doppiamente penalizzati anche per i previsti tagli alle infrastrutture del nostro territorio): se vi dovesse arrivare la cartella esattoriale dell’Istituto Nazionale di Previdenza, giratela al Presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, Associazione degli Industriali, Milano. Immaginate solo per un istante se una simile schifezza l’avesse architettata Berlusconi per i dipendenti del gruppo Mediaset, la sinistra sarebbe scesa in piazza armata di fucili e pistole. La figura del pistola rischia invece di farla chi, tanto tra i moderati di centrodestra quanto fra i delusi che hanno votato Prodi, non scendesse in piazza contro quella che si annuncia essere la più grossa rapina del secolo da parte dello Stato ai danni di tutti i cittadini, in particolare del ceto produttivo padano. E il presidente del Consiglio l’ha anche ben organizzata. Infatti viene spontaneo chiedersi che fine hanno fatto i sindacalisti? Come possono dichiarasi soddisfatti di questa manovra? Li vorrei vedere andare in fabbrica a spiegare agli operai che avranno 1 euro al giorno in più in busta paga, però dovranno pagarsi il pronto soccorso, l’aumento dell’Ici della loro abitazione e quello dell’addizionale comunale ex IRPEF. Fossi un operaio, il primo sindacalista che si presentasse in fabbrica lo prenderei, come minimo, meno a male parole. L’ex ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, ha rivelato che negli anni di Berlusconi a Palazzo Chigi l’opposizione è scesa in piazza circa ottomila volte l’anno. Non ho modo di verificare se sia vero ma non ho nemmeno motivo di dubitarne, dal momento che ricordo bene come dal 2001 al 2006 la piazza di Montecitorio, tanto per fare un esempio, sia stata costantemente presidiata da rappresentanti, veri o presunti tali, di ogni possibile categoria sociale. Per non parlare delle bandiere coi colori dell’arcobaleno, sempre pronte a sventolare con la Cdl al governo (anche in caso di una semplice esercitazione dell’esercito) e invece “inspiegabilmente ma non troppo” ripiegate adesso che i nostri soldati sono stati mandati in Libano, per prendere parte alla più pericolosa missione dal dopoguerra ad oggi. E che dire poi dell’informazione? Con Berlusconi al governo non passava giorno senza che l’ex premier non venisse accusato di influenzarla e di manipolarla. Eppure, per un lustro, tutti i rappresentanti del centrosinistra hanno potuto dire in tv, pubbliche e private, tutte le castronerie, le bugie e gli insulti che volevano. Con un frequenza talmente elevata che alla fine qualcuno gli ha pure creduto. E invece oggi assistiamo a dei telegiornali della tv pubblica che definire pluralisti è un eufemismo. Per non parlare poi dei presunti esperti di sondaggi che sulle maggiori testate nazionali, a cominciare dal Corriere della Sera, con Berlusconi a Palazzo Chigi pubblicavano quasi quotidianamente le loro analisi, manco a dirlo, sfavorevoli all’esecutivo in carica. E invece oggi, con un governo che non hai mai avuto una “luna di miele” con la maggioranza dell’elettorato e che a maggior ragione adesso (dopo aver approvato provvedimenti come l’indulto e annunciato le nuove tasse previste nella Finanziaria) si trova con un gradimento dell’opinione pubblica praticamente sotto le scarpe, si sono defilati alla grande e pubblicano un sondaggio, per giunta taroccato, non più di una volta al mese. Quando invece basta parlare con la gente per accorgersi che rabbia e delusione sono i sentimenti prevalenti nei confronti del Professore (ma di che?) e del suo governo. Contro il quale non bisogna esitare a protestare, in piazza, in Parlamento e ovunque serva. Per far capire a Prodi, e alla Banda Bassotti che lo coadiuva, che aver vinto le elezioni per pochi voti, per giunta dubbi, non dà loro né l’autorità né il diritto di instaurare un regime neosovietico. Come purtroppo la storia ha già dimostrato, lasciarli fare potrebbe essere molto pericoloso per la democrazia e per tutti i cittadini.