Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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lunedì, ottobre 02, 2006

RIECCO “ROMA LADRONA”

di Giacomo Stucchi

Chissà cosa intendeva il presidente del Consiglio Romano Prodi quando ha detto che “scendere in piazza per protestare contro la Finanziaria può essere politicamente rischioso”. A chi si riferiva? Boh! Sarà un altro dei messaggi subliminali del premier, che però capisce soltanto lui. Ma, al di là del “rischio politico” nel decidere di scendere in piazza o meno, davvero Prodi e Padoa Schioppa vogliono fare credere ai contribuenti che addirittura il novanta per cento di loro beneficerà della manovra economica appena nata e già disconosciuta da tutti? Ma pensano che la gente sia così scema? Che la maggioranza dei contribuenti abbia un reddito al di sotto dei settantacinquemila euro lordi (oltre i quali secondo Prodi è giusto che si paghi il 43 % di tasse anziché il 39 %) mi pare cosa abbastanza evidente, stiamo parlando dell’Italia e non degli Emirati Arabi. Ma, come sa bene la Banda Bassotti attualmente in servizio a Palazzo Chigi, il fatto è che l’aumento delle tasse non riguarderà solo gli over settantacinquemila euro ma tutti i contribuenti. Oltre ai nuovi scaglioni Irpef, tra l’altro, la Finanziaria prevederebbe infatti tagli considerevoli nei trasferimenti dello Stato a Comuni e Regioni; ammesso che questi enti riescano a risparmiarne almeno la metà, decurtando le spese, ne resterebbe sempre un'altra metà che verrebbe compensata con inevitabili aumenti delle tasse locali. Inoltre, come hanno già denunciato molti esponenti del Carroccio, ma anche il sindaco di Milano Letizia Moratti, a farne le spese saranno soprattutto i Comuni del Nord, fortemente penalizzati dai suddetti tagli, dove se si vorranno realizzare le opere pubbliche che servono, o migliorare i servizi, bisognerà finanziarli con l’Ici o con altri tributi locali. Insomma, per il Nord è la solita fregatura: più soldi allo Stato, meno servizi ai cittadini. Altro che federalismo fiscale, qui si torna ai tempi di “Roma ladrona”. Ma c’è dell’altro e riguarda, per esempio, i proprietari di immobili che con il trasferimento ai comuni degli estimi catastali dovranno, probabilmente, farsi carico dell’aumento dell’Ici e delle altre imposte legate al valore dell'abitazione; oppure tutti cittadini che, a partire dal 2007, recandosi al pronto soccorso si vedranno costretti a pagare. Fatti quindi i dovuti conti, ammesso che per i contribuenti al di sotto della soglia dei settantacinquemila ci sia davvero la possibilità di pagare meno tasse, il risparmio verrà vanificato del tutto dall’inevitabile aumento delle imposte locali, di quelle sugli immobili o dei ticket sanitari. Ecco perché se da un lato non credo sia “politicamente rischioso” scendere in piazza contro questa Finanziaria, dall’altro lo ritengo semmai doveroso per una opposizione che abbia davvero a cuore gli interessi del popolo e che non deve farsi abbindolare dai falsi buoni propositi di un governo che a parole si professa liberale e riformatore ma poi nei fatti si rivela statalista, comunista sino al midollo e vessatore nei confronti di tutti i cittadini, ricchi e poveri. E del resto per rendersene conto basta leggere le dichiarazioni di alcuni esponenti dell’Unione, come il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano, che nel commentare la Finanziaria ammette senza mezzi termini:“Siamo davanti ad un avvio di redistribuzione del reddito, ad un risarcimento sociale verso i ceti più penalizzati da Berlusconi”. Ora, premesso che da quando l’euro è entrato nella nostra vita definire il ceto medio è cosa molto difficile (con centocinquanta milioni di vecchie lire all’anno si viveva benissimo ma con l’equivalente nella nuova moneta il discorso è diverso), il fatto è che quando la pressione fiscale supera un certo limite, ancorché su uno scaglione di reddito ristretto per numeri di contribuenti, ciò comporta inevitabilmente un aumento dell’evasione. Non a caso quando la Cdl stava al governo si è cercato di diminuire il più possibile le tasse a tutti i contribuenti, con il conseguente risultato di far aumentare di molto il gettito fiscale (cosa della quale peraltro sta beneficiando il governo Prodi); inoltre, anche se in molti nel centrosinistra fanno finta di dimenticarlo, la “no tax area”, ovvero la fascia di reddito esente da contribuzione, l’ha introdotta proprio il governo Berlusconi. Eppure, ancora oggi la Cdl viene ingiustamente accusata d aver usato due pesi e due misure sul fronte fiscale, favorendo i più ricchi. La verità è che un esecutivo che voglia veramente il bene del popolo se ne frega dei vincoli di Maastricht, come hanno fatto tra l’altro la maggior parte dei governi europei, e pensa a cosa fare per migliorare la vita a tutti i suoi cittadini, a quelli meno abbienti e a quelli che per loro fortuna stanno meglio. Si tratta di un concetto molto semplice che però ai veterocomunisti e ai boiardi di Stato, attualmente al governo, risulta molto difficile da capire.