Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, dicembre 13, 2006

LE “INCOMPRENSIONI” DI D’ALEMA

di Giacomo Stucchi

Sarà per esorcizzare il disastro di un implosione della maggioranza, che è sempre dietro l’angolo; oppure per cercare di dare la carica agli alleati di buona volontà che nell’Unione, ammesso che ne esistano, devono per forza di cose portare avanti la carretta; sta di fatto che l’intervista rilasciata a Repubblica dal ministro degli Esteri, Massimo D’Alema (peraltro passata un pò inosservata per l’incalzare di altri avvenimenti), più che un analisi obiettiva della situazione politica si legge una rappresentazione della realtà che definire di parte è un eufemismo. Tuttavia l’articolo merita di essere commentato: in primo luogo, perché si tratta di dichiarazioni rese da uno dei protagonisti del governo e della coalizione; in secondo luogo, perché fornire ai lettori un commento farcito da così tante pie illusioni può non essere un buon servizio reso all’informazione. Leggere per credere. “Vedo segnali di stabilizzazione – dice D’Alema – forse stiamo superando il momento più acuto di incomprensione nel rapporto con il Paese, che in queste settimane, dobbiamo riconoscerlo, si è manifestato in modo grave con le polemiche sulla Finanziaria. E’ inutile negarlo: abbiamo subito un colpo, in termini di credibilità. Evidentemente il Paese, dopo le tante promesse di Berlusconi in campagna elettorale, non si aspettava di dover fare ancora altri sacrifici”. Da dove cominciare per confutare simili affermazioni? Cominciamo col dire che la “stabilizzazione” della quale parla il responsabile della Farnesina al massimo può essere un auspicio ma non è certo la realtà dei fatti. Che, al contrario, dicono che non esiste praticamente una sola categoria produttiva o sociale che non sia in rivolta contro il governo Prodi. Tutto questo nonostante che ancora nei bilanci familiari non si siano ancora prodotti del tutto gli effetti negativi della stangata che Prodi e Padoa Schioppa hanno riservato ai cittadini. Il ministro degli Esteri, non appena i contribuenti avranno fatto i conti con gli aumenti delle tasse previsti in Finanziaria (a cominciare da quello del bollo auto), avrà modo di constatare quanta agitazione e preoccupazione pervade in questo momento il popolo, altro che “stabilizzazione”. E poi, come si fa ad imputare alle “promesse di Berlusconi in campagna elettorale”, la responsabilità dell’”incomprensione” dei cittadini con l’attuale esecutivo? D’Alema potrà pure avere la faccia tosta di difendere la Finanziaria, perché “ – a suo dire - Prodi e Padoa Schioppa hanno avuto il coraggio di una scelta, anche impopolare, che mette al sicuro i conti pubblici e mette l’Italia in condizioni di ritrovare la via dello sviluppo, gettando le basi per creare nuovo lavoro e nuova ricchezza”, ma non potrà mai negare che a promettere agli elettori di non aumentare le tasse, salvo smentirsi un minuto dopo aver rimesso piede a Palazzo Chigi, è stato proprio l’attuale presidente del Consiglio. Negli ultimi sei mesi sono così tante le bugie che Prodi e suoi ministri hanno detto ai cittadini che bisognerebbe vietare, con un decreto, di continuare a prendere in giro la gente: che non è ingenua sino a questo punto e sa perfettamente come reagire. In tal senso, un assaggio significativo dello stato di malessere generale verrà sicuramente dalla manifestazione della Cdl del 2 dicembre a Roma. Come ha spiegato il segretario federale della Lega Nord, Umberto Bossi, il Carroccio andrà a protestare a Roma perché è lì che si sta perpetrando ai danni dei cittadini, dei lavoratori e delle famiglie, il più grosso prelievo fiscale forzato della storia della Repubblica. E’ quanto mai opportuno che il maggior numero possibile di persone, con buona pace dei “perbenisti” dell’Udc, scenda in piazza. Perché soltanto dopo una grande protesta di popolo, sarà forse più chiaro al ministro D’Alema, così come a tutti i suoi colleghi, che tra governo e cittadini non c’è un problema di “incomprensione” ma di totale non condivisione. Persino tra i militanti del centrosinistra, non c’è unanimità nella condivisione delle scelte di politica economica e fiscale del governo. Figuriamoci poi tra gli elettori di centrodestra, che, già all’atto del suo insediamento, si sono ritrovati un esecutivo ostaggio della sinistra massimalista. D’altra parte, da Diliberto, Giordano e Pecoraro Scanio, potevamo aspettarci soltanto incitazione alla lotta di classe, persecuzione fiscale, aumento delle tasse, assistenzialismo, sperpero del denaro pubblico, aumento del centralismo dello Stato. Insomma, tutto ciò che la Lega Nord ha sempre combattuto.