IL GOVERNO GENTILONI TIRA A CAMPARE MENTRE I CITTADINI TIRANO LA CINGHIA
di Giacomo Stucchi
L'esito del voto di sfiducia al ministro Luca Lotti, passato
per il momento indenne dalle forche caudine del Senato, non deve trarre in
inganno. Più che un rafforzamento del governo, infatti, si tratta del prosieguo
di una lunga agonia politica alla quale
l'esecutivo Gentiloni sembra essere destinato.
"Non voglio tirare a campare", avrebbe detto Gentiloni alla
Camera incontrando i deputati del Partito Democratico (o meglio, di ciò che
resta di quel gruppo parlamentare dopo la scissione), ma è esattamente ciò che
ha fatto da quando si è insediato.
Il vivacchiare del governo è un dato di fatto e non può che danneggiare i
cittadini, a cominciare da una politica economica senza criterio. Nel Def che
sarà presentato il prossimo mese di aprile, infatti, potrebbe non esserci alcun
accenno al taglio del costo del lavoro né un provvedimento degno di nota
riguardo al cuneo fiscale. Forse perché mentre l'Unione europea si dichiara
intenzionata a rivedere, o a limitare la flessibilità concessa
a Renzi, il premier Gentiloni è costretto a
fare marcia indietro sulle sue promesse.
Insomma, siamo sempre ai soliti annunci propagandistici ai quali però non
seguono i fatti concreti. Di concreto, però, c’è l’intenzione del Mef di
riesumare quella riforma del catasto lasciata in standby dall’ex premier, ma
che adesso potrebbe essere tirata fuori dal cassetto per fare cassa.
Intanto il governo e la maggioranza che lo sostiene sono impegnati a
scansare il pericolo del referendum sui voucher, che si annuncia già una nuova
Caporetto per il Pd e per Renzi, dopo quella del 4 dicembre
sulla riforma costituzionale. La data del referendum è stata fissata per il
prossimo 28 maggio ma non è da escludere un decreto del governo che modifichi o
cancelli del tutto i voucher e renda inutile, quindi, la consultazione
elettorale.
Il rischio di un’altra batosta elettorale per il Pd è grosso e, quindi, dopo
lo sconsolante dibattito in Senato sulla sfiducia al
ministro Lotti, una campagna elettorale congressuale che non
scalda gli animi e un’inerzia governativa sconsolante, alla maggioranza
parlamentare che tiene in piedi l’esecutivo non rimane altro che aggrapparsi al
governo Gentiloni; e tenerlo in vita il più a lungo possibile
per allontanare quelle urne che ora il Pd teme come la peste.
Sui voucher, però, rimane il fatto che l'utilizzo di questo strumento,
ancorché non direttamente legato alla riforma del Jobs Act, ha avuto un
incremento strabiliante nel 2016, proprio con il
governo Renzi.
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