PD ALLA RESA DEI CONTI ED ECONOMIA FERMA AL PALO
di Giacomo Stucchi
La Brexit ha solo rinviato il redde rationem nel Pd ma il durissimo scontro
nella direzione del partito ha reso, se possibile, la situazione ancora più
difficile di quanto si potesse immaginare; ma il clima pesante era già evidente
all’indomani del voto amministrativo che ha pesantemente penalizzato il Pd.
Renzi, nella sua analisi fatta ai parlamentari e ai dirigenti del maggior
partito di governo, ha continuato a minimizzare gli effetti del voto nelle città
ma l’impressione è che gli esiti della consultazione abbiano definitivamente
segnato un solco nei destini dell’esecutivo e fors’anche del premier. A
testimoniarlo il fatto che le critiche all’operato del segretario-presidente non
provengono più solo dalla minoranza (Bersani, Cuperlo, Speranza) ma anche dalla
maggioranza del partito (in primis dal ministro Dario Franceschini). Per l’ex
sindaco di Firenze adesso la strada è tutta in salita e i margini di manovra
sono stretti tra l’esito del referendum costituzionale, che nei sondaggi vedono
i No consolidare il loro vantaggio, e i condizionamenti di alleati di governo e
compagni di partito che non sono più disposti a concedere nulla all’inquilino di
Palazzo Chigi. In mezzo a tutto questo, purtroppo, ci sta però il Paese e i suoi
problemi che continuano a rimanere irrisolti. A cominciare dal fronte economico
che, come annuncia l’Istat evidenzia “segnali meno favorevoli provenire dai
consumi, dal clima di fiducia delle famiglie e dalle imprese dei servizi. In
questo quadro, l'indicatore composito anticipatore dell'economia italiana ha
segnato un'ulteriore discesa, prospettando un rallentamento nel ritmo di
crescita dell'attività economica nel breve termine". Insomma, un quadro
decisamente negativo che non lascia presagire nulla di buono neanche per il
futuro. Anche perché il Pd e gli alleati di governo, incuranti della tante
difficoltà esistenti nella vita quotidiana di cittadini e imprese, sono
impegnati solo a salvaguardare le attuali poltrone e a garantirsi quelle
future; e non sono certo interessati ad occuparsi dei problemi del Paese.
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