NEL VOTO DELLE CITTA' UNO SPARTIACQUE POLITICO
di Giacomo Stucchi
Il 16 giugno è un giorno che milioni di contribuenti non possono certo
dimenticare perché coincide con la scadenza unificata di parecchie tasse e
contributi che costringono gli italiani a mettere mano al portafoglio. Un fatto
che stride fortemente con il “No-Imu day” che il premier aveva annunciato di
voler festeggiare per sottolineare l’abolizione della tassa sulla prima casa; e
infatti i dirigenti del Pd hanno pensato bene di ripiegare su una più “sobria”
giornata di tavolini e volantinaggio. Insomma c’è davvero poco di che
festeggiare. Di certo un taglio alla tassazione sulle case è gradito ma non è
sufficiente a lasciare nelle mani dei cittadini le risorse che servirebbero per
migliorare la loro vita e magari rilanciare i consumi. Per una tassa tolta,
infatti, ne rimangono molte altre, come l’Imu e la Tasi sulle case che non siano
la prima, l’addizionale comunale e regionale, le ritenute sul lavoro autonomo e
dipendente, l’Iva mensile, l’Ires, oltre alle tasse locali, come quella sui
rifiuti, che in alcuni casi aumentano pure. Non c’è tregua per il popolo dei
contribuenti, che di certo non crede alle parole del premier quando dice di aver
abbassato le tasse. E poi ci si chiede come mai il Paese non cresce, ma come
dovrebbe farlo con questo fiume di denaro che affluisce nella casse di uno Stato
centralista e di un governo che sa solo aumentare spesa e debito? La verità è
che con Renzi a Palazzo Chigi i soldi delle tasse affluiti nelle casse statali
non si sono tradotti in un miglioramento dei conti pubblici. La pressione
fiscale rimane insopportabile per famiglie e imprese che devono “combattere” con
balzelli ed entrate a cui non ha fatto seguito alcun contenimento del debito.
Questa è l’economia del Paese con Renzi al governo. Ecco perché il ballottaggio
delle elezioni amministrative, ancorché importante per le realtà locali
cittadine, può diventare uno spartiacque politico. Una sonora sconfitta dei
candidati del Pd, infatti, non potrà essere relegata a un mero fatto locale ma
acquisirà una valenza politica che i palazzi romani non potranno ignorare; e che
costringeranno il premier e il governo a trarne le dovute
conseguenze.
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