LA BREXIT UN FARO DI DEMOCRAZIA
di Giacomo Stucchi
E’ davvero curioso che un’organizzazione sovranazionale che ha dei tempi
notoriamente biblici per adottare qualsiasi decisione, qual è l’Unione europea,
chieda adesso al Regno Unito di fare in fretta per avviare le procedure del
negoziato al termine del quale i britannici saranno di fatto fuori dall’Ue.
Quali che siano le ragioni di Londra l’impressione è che in questa vicenda,
come su molti altri dossier europei, come quello dell’immigrazione clandestina,
burocrati e tecnocrati di Bruxelles più che fare gli interessi dei popoli
europei mirino a mantenere le loro posizioni di potere a scapito della capacità
decisionale dei singoli Stati membri. E’ questa l’Europa che vogliamo? Nel
nostro Paese, soprattutto nell’area di governo e in quella a essa contigua, il
premier britannico dimissionario David Cameron è stato criticato per aver
giocato d’azzardo con la scelta di portate il suo Paese al referendum. Si è
detto che le sue intenzioni, confortate da sondaggi evidentemente lontani dalla
realtà, erano quelle di zittire una volta per tutte gli euroscettici del suo
Paese e di rinsaldare la sua leadership. Se erano davvero queste le sue
intenzioni allora si può di certo dire che mai delle previsioni si sono
rivelate tanto sbagliate, ma resta il fatto che l’inquilino di Downing Street
ha comunque dato la possibilità al popolo inglese di poter scegliere se restare
o meno nell’Ue; facendogli esercitare quella facoltà di voto che altri governi
europei, compresi quelli di casa nostra a guida Pd o dei tecnici, hanno sempre
negato. Un esercizio di democrazia che evidentemente non si concilia coi
tecnicismi cui Bruxelles, purtroppo, ci ha abituato; e forse la verità è che
la Brexit non può neanche essere immaginata dall’oligarchia che guida l’Ue. Non
sorprende, perciò, che i suoi vertici, in primis il presidente della Commissione
Junker, abbiano reagito con stizza al risultato referendario britannico e si
siano, invece, ben guardati dal fare un pò di autocritica. Ma è ormai evidente
che le politiche europee di rigore, sempre più vicine agli interessi di pochi
potenti e sempre più lontane dalle esigenze dei popoli, non potranno durare
ancora a lungo; e far finta di non vedere questo inarrestabile processo, che il
referendum inglese ha solo accelerato, è un pò come nascondere la testa sotto la
sabbia.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home