A CASA IL GOVERNO DELLO "ZERO VIRGOLA"
di Giacomo Stucchi
La pressione fiscale nel primo trimestre 2016 è stata pari al 38,9%, segnando
una riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente. Lo rivela l’ISTAT e lo rivendicano esponenti del Pd come se si
trattasse di un grande successo del governo. In realtà, dopo due anni di
proclami sulla presunta capacità di Palazzo Chigi di abbassare le tasse, i dati
economici dicono invece che la pressione fiscale rimane molto alta. Il reddito
disponibile delle famiglie consumatrici aumenta di un modesto 0,8% rispetto al
trimestre precedente, con i consumi che perciò rimangono bassi. Insomma, da
questi dati, qualora ci fosse ancora qualche dubbio, si può ben dire che la
politica economica del governo Renzi è un totale fallimento. In primo luogo per
la montagna di miliardi che lo Stato continua a incassare coi prelievi fiscali a
famiglie e imprese, a fronte di tagli ai servizi che invece dovrebbe
garantire; in secondo luogo perchè, nonostante l’elargizione del famigerato
bonus di 80 euro a una platea di contribuenti, i consumi restano fermi al palo.
E questo perchè Renzi toglie da una parte ma aumenta dall’altra. E' verosimile,
infatti, che la situazione non cambierà nemmeno negli altri mesi dell'anno in
corso perché i risparmi determinati dall’eliminazione della tassazione sulla
prima casa, nel 2016, saranno abbondantemente “erosi” dall'aumento delle tasse
e delle addizionali locali. Le lettura che si può dare dei dati economici è
quindi che le famiglie non spendono perchè continuano a essere in forte
difficoltà. Inoltre è evidente che i cittadini non hanno nessuna fiducia nella
capacità dell’attuale governo di migliorare la situazione. Altro che nuova
ipotesi di Nazareno, immaginata da qualcuno, qui bisogna mandare a casa al più
presto questo governo per impedirgli di fare altri danni. Del resto, dalla
politica europea a quella economica, dalla gestione dell'immigrazione
clandestina alle tensioni sociali, dalla riduzione degli sprechi nella spesa
pubblica alle riforme che servono davvero al Paese, l’ex sindaco di Firenze non
ne ha azzeccata una. Dimostrando tutti i suoi limiti.
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