L'APE UNO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE
di Giacomo Stucchi
Gli hanno dato un nome accattivante, Ape (cioè anticipo pensionistico), ma si
tratta di un mutuo che serve a prendere la pensione. E’ questa la nuova
frontiera sociale immaginata dal governo Renzi per quei lavoratori, nati tra
1951 e il 1953, che dal prossimo anno vorranno chiedere di andare in pensione
fino a tre anni prima rispetto ai requisiti assurdi della legge Fornero.
Lasciando perdere gli aspetti tecnici, come l’ammortamento di vent’anni, la
copertura assicurativa e la detrazione fiscale sulla parte del capitale
anticipato per alcuni soggetti più deboli e meritevoli di tutela, la sostanza è
che invece di cambiare la sciagurata riforma pensionistica voluta dal governo
dei tecnici, appoggiato dal Pd, Palazzo Chigi ha scelto di cambiare in peggio la
vita delle persone. Così un lavoratore, magari dopo aver pagato un mutuo
venticinquennale per l’acquisto della propria casa, per poter accedere
all’assegno pensionistico dovrà indebitarsi di nuovo. Assegno che, secondo le
analisi più accreditate, potrebbe subire una decurtazione di quasi un quarto per
vent’anni. Insomma, il governo dà ai cittadini di una specifica fascia di età la
possibilità di lasciare il lavoro prima, pagandone però di tasca propria i
costi dell’anticipo. Ammesso però che l’annuncio del premier diventi un fatto
concreto, considerata la tornata elettorale dei ballottaggi nelle grandi città
potrebbe infatti trattarsi di un altro specchietto per le allodole del
presidente del Consiglio. La sensazione è che il provvedimento sia pensato
soprattutto per chi, esodato, disoccupato o in esubero, si trovi in qualche modo
costretto ad accettare queste condizioni capestro. A una persona che, per sua
fortuna, non si trovi in una delle situazioni sopra descritte, difficilmente,
crediamo, verrebbe in mente di accettare una decurtazione così penalizzante solo
per andare in pensione un pò prima. Meglio aspettare e godersi per intero il
meritato assegno pensionistico. Ma se a rifiutare l’Ape fosse l’esodato o il
lavoratore in esubero c’è da scommettere che queste persone per il governo
Renzi non saranno più un problema del quale farsi carico.
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