Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, giugno 16, 2016

L'APE UNO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE

di Giacomo Stucchi
Gli hanno dato un nome accattivante, Ape (cioè anticipo pensionistico), ma si tratta di un mutuo che serve a prendere la pensione. E’ questa la nuova frontiera sociale immaginata dal governo Renzi per quei lavoratori, nati tra 1951 e il 1953, che dal prossimo anno vorranno chiedere di andare in pensione fino a tre anni prima rispetto ai requisiti assurdi della legge Fornero. Lasciando perdere gli aspetti tecnici, come l’ammortamento di vent’anni, la copertura assicurativa e la detrazione fiscale sulla parte del capitale anticipato per alcuni soggetti più deboli e meritevoli di tutela, la sostanza è che invece di cambiare la sciagurata riforma pensionistica voluta dal governo dei tecnici, appoggiato dal Pd, Palazzo Chigi ha scelto di cambiare in peggio la vita delle persone. Così un lavoratore, magari dopo aver pagato un mutuo venticinquennale per l’acquisto della propria casa, per poter accedere all’assegno pensionistico dovrà indebitarsi di nuovo. Assegno che, secondo le analisi più accreditate, potrebbe subire una decurtazione di quasi un quarto per vent’anni. Insomma, il governo dà ai cittadini di una specifica fascia di età la possibilità di lasciare il lavoro prima, pagandone però di tasca propria i costi dell’anticipo. Ammesso però che l’annuncio del premier diventi un fatto concreto, considerata la tornata elettorale dei ballottaggi nelle grandi città potrebbe infatti trattarsi di un altro specchietto per le allodole del presidente del Consiglio. La sensazione è che il provvedimento sia pensato soprattutto per chi, esodato, disoccupato o in esubero, si trovi in qualche modo costretto ad accettare queste condizioni capestro. A una persona che, per sua fortuna, non si trovi in una delle situazioni sopra descritte, difficilmente, crediamo, verrebbe in mente di accettare una decurtazione così penalizzante solo per andare in pensione un pò prima. Meglio aspettare e godersi per intero il meritato assegno pensionistico. Ma se a rifiutare l’Ape fosse l’esodato o il lavoratore in esubero c’è da scommettere che queste persone per il governo Renzi non saranno più un problema del quale farsi carico.