GRAZIE A RENZI STIAMO ANDANDO VERSO UN VICOLO CIECO
di Giacomo Stucchi
Non si fa mancare niente il governo Renzi in quest’estate infuocata. E quella
che doveva essere, nelle previsioni del premier, una lunga volata verso la
vittoria finale del referendum costituzionale si sta invece trasformando in
sabbie mobili che potrebbero inghiottire la maggioranza e l’esecutivo. In realtà
l’attuale esecutivo ha sempre avuto dei piedi d’argilla in Parlamento ma è
riuscito a tirare avanti con la minaccia del voto anticipato, che soprattutto i
parlamentari del Pd hanno cercato di allontanare per timore di non essere
ricandidati dal segretario-presidente. Ma adesso tutti i nodi stanno venendo al
pettine. E così, alla manifesta incapacità del governo di far uscire il Paese
dalla crisi economica e occupazionale e di saper varare una stagione di riforme
utili e condivise, anziché quelle fatte su misura per il governo stesso, si
aggiungono adesso le fibrillazioni politiche all’interno dei partiti di
maggioranza. Nel Pd, dove la minoranza interna ha ripreso vigore subito dopo il
deludente risultato delle elezioni amministrative e non è disposta a concedere
più nulla a Renzi, e negli alleati, i centristi, divisi tra chi vorrebbe
prendere subito le distanze dal governo e chi invece vorrebbe andare avanti. Il
paradosso è che l’ex sindaco di Firenze continua a dire ai suoi interlocutori
che lui “non si presta a giochi di Palazzo” e che dopo il suo governo “c’è solo
il voto”, ma dimentica che lui stesso sta a Palazzo Chigi a seguito di una
manovra in perfetto stile prima repubblica. La sensazione tuttavia è che, a meno
di scenari clamorosi, la maggioranza di governo miri a galleggiare ancora per
un po’, almeno sino a quando sarà celebrato il referendum sulla riforma
costituzionale. Ma anche su questo non ci sono certezze, perché si ha quasi
l’impressione che all’avanzare dei No nei sondaggi si allontani, in
contemporanea, la data del voto referendario. Insomma, Renzi sta portando il
Paese in un vero e proprio "cul de sac" dal quale sarà difficile uscire atteso
che, com’è noto, tra i pasticci legislativi di questo governo c’è anche quello
di aver fatto approvare una legge elettorale che vale solo per un ramo del
Parlamento.
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