Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, luglio 12, 2016

BYE BYE RENZI

di Giacomo Stucchi
Matteo Renzi, accortosi che l'atteggiamento “dopo di me il diluvio” non paga, cambia registro e tenta di fare breccia nell’opinione pubblica derubricando temi quali “il referendum, lo spacchettamento, il premio al partito o alla coalizione” a cose “che interessano il futuro dei politici che sono interessati alla loro seggiola, al loro posto, mentre alla gente interessano dei posti di lavoro". Quanto sentite siano queste dichiarazioni o quanto dettate da una necessità di cambiare strategia di comunicazione è facile intuirlo. Tutti sanno che a impegnare per più di due anni il Parlamento sul tema delle riforme istituzionali, di certo importanti ma non prioritarie rispetto alla vera emergenza che era e rimane la crisi economica, è stato proprio Renzi. Tutti ricordano che solo un paio di mesi fa, prima della batosta elettorale del Pd alle amministrative, l’approccio del presidente del Consiglio a queste questioni era ben diverso e di certo meno conciliante; e del resto egli è andato avanti coi diktat alla minoranza del suo partito e agli alleati di governo che, dinanzi alla minaccia di uno scioglimento anticipato del Parlamento, hanno sempre approvato silenti tutto ciò che veniva loro proposto. Ma oggi il vento è cambiato. Innanzi tutto per quanto riguarda la stessa leadership, che non è più legittimata dalla percentuale di voti ottenuti del Pd alle elezioni europee , ma poi anche per il fallimento della politica del governo. Dall’economia alla sicurezza, dalle riforme sociali a quelle istituzionali, infatti, i risultati sono risibili. Ma i miliardi pubblici messi sul piatto per elargire bonus e incentivi sono stati parecchi; e tutti a carico dei contribuenti che adesso, giustamente, presentano il conto al premier. Che però, un pò come il lupo che perde il pelo ma non il vizio, non rinuncia ai suoi annunci e anzi promette che entro la fine dell'anno arriverà il decreto per dire "bye bye ad Equitalia". Vedremo, per il momento l’impressione è che in molti stiano scendendo dal carro renziano con la stessa velocità con la quale ci sono saliti a suo tempo. Se poi, come appare possibile, al referendum costituzionale dovessero prevalere i No allora saranno i cittadini a dire bye bye a Renzi.