BYE BYE RENZI
di Giacomo Stucchi
Matteo Renzi, accortosi che l'atteggiamento “dopo di me il diluvio” non
paga, cambia registro e tenta di fare breccia nell’opinione pubblica
derubricando temi quali “il referendum, lo spacchettamento, il premio al partito
o alla coalizione” a cose “che interessano il futuro dei politici che sono
interessati alla loro seggiola, al loro posto, mentre alla gente interessano dei
posti di lavoro". Quanto sentite siano queste dichiarazioni o quanto dettate
da una necessità di cambiare strategia di comunicazione è facile intuirlo.
Tutti sanno che a impegnare per più di due anni il Parlamento sul tema delle
riforme istituzionali, di certo importanti ma non prioritarie rispetto alla
vera emergenza che era e rimane la crisi economica, è stato proprio Renzi. Tutti
ricordano che solo un paio di mesi fa, prima della batosta elettorale del Pd
alle amministrative, l’approccio del presidente del Consiglio a queste
questioni era ben diverso e di certo meno conciliante; e del resto egli è andato
avanti coi diktat alla minoranza del suo partito e agli alleati di governo che,
dinanzi alla minaccia di uno scioglimento anticipato del Parlamento, hanno
sempre approvato silenti tutto ciò che veniva loro proposto. Ma oggi il vento è
cambiato. Innanzi tutto per quanto riguarda la stessa leadership, che non è più
legittimata dalla percentuale di voti ottenuti del Pd alle elezioni europee ,
ma poi anche per il fallimento della politica del governo. Dall’economia alla
sicurezza, dalle riforme sociali a quelle istituzionali, infatti, i risultati
sono risibili. Ma i miliardi pubblici messi sul piatto per elargire bonus e
incentivi sono stati parecchi; e tutti a carico dei contribuenti che adesso,
giustamente, presentano il conto al premier. Che però, un pò come il lupo che
perde il pelo ma non il vizio, non rinuncia ai suoi annunci e anzi promette che
entro la fine dell'anno arriverà il decreto per dire "bye bye ad Equitalia".
Vedremo, per il momento l’impressione è che in molti stiano scendendo dal carro
renziano con la stessa velocità con la quale ci sono saliti a suo tempo. Se
poi, come appare possibile, al referendum costituzionale dovessero prevalere i
No allora saranno i cittadini a dire bye bye a Renzi.
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