QUEI MESI ALLA GUIDA DEL GOVERNO CHE NON SERVONO A NESSUNO
di Giacomo Stucchi
Al di là delle questioni
interne al PD, unico partito di governo al mondo capace di litigare anche su
provvedimenti già approvati in Parlamento, come sta accadendo per la mancata
firma degli esponenti della sinistra dem alla richiesta di referendum
confermativo voluta da Renzi, la cosa che più interessa ai cittadini, avulsi
dalle beghe di palazzo e dalle conte interne ai partiti di potere, e' sapere
cosa farà di concreto il governo nel breve periodo. L'impressione è che a
riguardo il premier abbia intenzione di galleggiare sei mesi, quanti ne passano
da oggi alla celebrazione del referendum sulla riforma costituzionale, senza
fare alcunché oltre a cimentarsi nelle solite chiacchiere alle quali, purtroppo,
ci ha ormai abituato. Riguardo poi alle dinamiche internazionali, dalla Brexit
alle politiche economiche e finanziarie dell'Ue, per non parlare dell'approccio
al fenomeno dell'immigrazione clandestina sul quale adesso abbiamo avuto
un'altra "perla di saggezza" con la lettera di Juncker al premier, il Paese
continua ad essere in balia degli eventi senza avere alcuna voce in capitolo.
Sul fronte interno, apprendiamo dai giornali che le prossime mosse del governo
potrebbero essere quelle di incrementare o estendere il bonus già "elargito" a
una platea di contribuenti e alla base, anche secondo il parere di numerosi
autorevoli osservatori, del risultato elettorale del Pd alle elezioni europee
del 2014. Da allora ad oggi, però, di acqua sotto i ponti della politica e
dell'economia ne è passata tanta. In particolare Renzi non ha saputo sfruttare
le favorevoli congiunture economiche, dal ribasso del prezzo del petrolio alla
politica monetaria della Banca europea, mostrandosi incapace di mettere a frutto
queste condizioni, che secondo molti analisti potrebbero presto volgere al
termine, per rilanciare davvero l'economia. Pensare ad una lunga campagna
elettorale sulla riforma costituzionale, con in primis le fazioni interne al PD,
e poi quelle tra partiti all'interno del governo, a litigare su legge elettorale
e quant'altro, al solo e unico scopo di approvare riforme che assicurino un
posto al sole alle forze politiche coalizzate attorno a Renzi, è pura follia.
Bisogna da subito intervenire per affrontare l'emergenza economica (per
risolvere la quale non c'è traccia di soluzioni concrete nel Def recentemente
approvato dal Consiglio dei Ministri e fatto per lo più di aria fritta)
attraverso una riduzione seria delle aliquote fiscali; favorire un rilancio
serio dell'occupazione abolendo la legge Fornero, che impedisce ai
lavoratori di andare in pensione e ai giovani di trovare un lavoro; e prendere di
petto, finalmente, il pericolosissimo fenomeno dell'immigrazione di massa che
ormai è costantemente riversato sulle nostre coste. Nascondere la polvere sotto
il tappeto, e far finta per i prossimi sei mesi che tutti questi problemi non
esistano, è una grossa responsabilità che sia il premier sia il governo si
assumono e della quale dovranno rispondere ai cittadini.
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