SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE GIA' PARTITA LA CAMPAGNA DI BUGIE DEL GOVERNO
di Giacomo
Stucchi
Approvata la riforma
costituzionale, con il minimo sindacale dei voti parlamentari necessari, è già
cominciata la campagna elettorale del premier e degli esponenti di governo per
vincere il referendum del prossimo autunno; ed è già un florilegio di bugie. In
primo luogo sul referendum stesso, che non è una gentile concessione del Pd o
del governo ma un obbligo previsto dalla Costituzione. Il ddl Boschi sulla
riforma costituzionale,infatti, è stato approvato nell’ultima votazione dalla
Camera con 367 voti a favore e 7 contrari. Secondo quanto previsto dall'articolo
138 della costituzione, non avendo ottenuto il provvedimento la maggioranza di
due terzi dei componenti di ciascuna Camera, deve essere sottoposto a referendum
popolare. In secondo luogo non è vero che l’approvazione della riforma è un
evento epocale in quanto già il centrodestra, nel 2005-2006 durante la XIV
Legislatura, ne approvò una che però fu respinta dal successivo referendum
popolare sull’onda di una campagna denigratoria che vide il blocco delle
sinistre in prima linea adoperarsi per impedire il cambiamento. La riduzione del
numero dei parlamentari e la semplificazione del sistema legislativo, quindi,
non sono un invenzione di Renzi! C’è poi, sostengono i sostenitori della
riforma, la presunta novità di aver detto addio al Senato, ma anche qui si
tratta di un’altra bufala perché non solo la camera alta, sia pur modificata,
rimane in vita ma nel mantenerla si è pure introdotto un procedimento
legislativo complesso e farraginoso che non farà bene al sistema nel suo
complesso, altro che semplificazione! Sarebbe stato meglio allora, lo abbiamo
detto più volte, eliminare del tutto il Senato anziché lasciarne un simulacro
del bicameralismo perfetto. Ma allora dove stanno le novità della riforma? Come
fanno notare illustri costituzionalisti il fatto nuovo, e per nulla positivo per
il futuro del Paese, sta nel combinato disposto della riforma costituzionale con
la nuova legge elettorale, l’Italicum. Una combinazione che potrebbe consegnare
al capo del partito vincitore alle prossime elezioni un potere senza più
contrappesi; una circostanza, senza precedenti nella storia della Repubblica,
sulla quale tutti i cittadini dovrebbero riflettere prima di deporre la loro
scheda nell’urna referendaria.
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