L'ITALICUM NON INCANTA, DALLE REGIONALI POSSIBILI SORPRESE
di Giacomo
Stucchi
Dai rapporti burrascosi coi sindacati a quelli conflittuali con il mondo
della scuola, dalle lotte intestine all’interno del Pd al braccio di ferro con
la Consulta sull’applicabilità (immediata o meno) della sentenza che ha bocciato
una parte della riforma Fornero sulle pensioni, i fronti che il
segretario-premier ha aperto sono davvero molti e tutti senza una soluzione
concreta; e ne abbiamo citato solo alcuni giusto per restare all’attualità. Non
dimentichiamo, infatti, che il giorno dopo le elezioni regionali tornerà in
primo piano nell’agenda politica del governo la riforma costituzionale sul nuovo
Senato e c'è già chi nel Pd aspetta questo momento per regolare i conti in
sospeso. Insomma, come si può constatare i problemi sono tanti e non bastano
certo i Twitter del premier a risolverli. Ma c’è un passaggio che potrebbe, in
qualche modo, scandire i tempi e i modi in cui si svilupperà l’azione
dell’esecutivo nei prossimi mesi. Si tratta delle elezioni regionali del 31
maggio che vedono coinvolte importanti regioni, più di mille comuni e circa 17
milioni di elettori. Un test significativo per il governo, che potrebbe anche
condizionarne il prosieguo dell'attività. In questi giorni, compatibilmente con
gli impegni istituzionali, giro per i territori, sento
e incontro la gente, ascolto, come sempre, i loro malumori e le preoccupazioni.
Fossi nei panni di Renzi non darei nulla per scontato. L’Italicum non ha
appassionato più di tanto i cittadini che, invece, aspettano che urgenti
provvedimenti vengano presi soprattutto per abbassare la pressione fiscale, che
ha raggiunto livelli insopportabili, e per avere un minimo di accesso al credito
per mandare avanti le proprie attività o, più semplicemente, per far fronte alle
spese di casa. Nonostante la politica economica della Banca centrale europea,
infatti, la banche non sempre immettono i soldi nel sistema e quindi l’economia
non riparte. Così come del resto l’occupazione; e il Jobs act, sul quale
persino Palazzo Chigi ha fatto scendere il silenzio dopo gli squilli di tromba
dei mesi scorsi, al momento non sembra sortire effetti concreti.
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