LA DERIVA DELL'INCONCLUENZA
di Giacomo Stucchi
Il rischio che si potrebbe correre nell’attuale quadro politico non è la
deriva autoritaria paventata da alcuni ma l’inconcludenza. Sul lavoro, con un
provvedimento qual è il Jobs Act che pare stia già producendo più trasformazioni
di contratto di lavoro (in specie dalle collaborazioni coordinate all’assunzione
a tempo indeterminato a tutele crescenti) che non nuovi posti di lavoro; sulla
scuola, con la più grossa delle promesse di Renzi che probabilmente non sarà
mantenuta e che riguarda l’assunzione di oltre centomila precari; sulla
sicurezza, che dopo mesi di sottovalutazione del governo delle evoluzioni degli
scenari internazionali ci porta oggi a una affannosa rincorsa, strategica e
militare, per recuperare il tempo perduto; sul fisco, che non ha visto diminuire
nemmeno di un euro la pesante tassazione sulla casa ma ha provveduto a
un’applicazione generalizzata e discriminatoria' dell'Imu agricola. Una tassa
particolarmente odiosa che, secondo una sentenza delle Corte Suprema di
Cassazione, dovrebbe essere pagata addirittura dai gestori degli impianti di
risalita delle stazioni sciistiche. Insomma, sono queste alcune tra le tante
paure dei cittadini, altro che deriva autoritaria. Un timore, quest’ultimo, che
se esistesse davvero sarebbe solo funzionale al soddisfacimento della vanagloria
di un premier che pensa di poter risolvere tutto concentrando poteri e
ministeri nelle sue mani. A tal proposito è sospetta la genericità temporale con
la quale si è detto che il premier terrà l’interim del ministero delle
Infrastrutture per un pò. Vedremo se questo riferimento temporale sarà meglio
precisato nell’immediato futuro o se invece i giorni diventeranno settimane e
poi mesi. Un’occasione troppo ghiotta per il presidente del Consiglio, che
potrebbe utilizzare tale periodo per svuotare la struttura ministeriale dei suoi
centri decisionali e portarli nell’alveo del controllo diretto di Palazzo
Chigi.
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