Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

venerdì, dicembre 21, 2007

Dodici mesi sull’orlo di una crisi di nervi

di Giacomo Stucchi

Se c’è una cosa che il presidente del Consiglio ha saputo fare in questi mesi è stata quella di disinnescare tutte le mine che via via ha trovato lungo il suo cammino. In altre parole, il Professore, conoscitore della macchina burocratica dello Stato, è riuscito sino ad oggi a venire fuori dalle situazioni più difficili grazie ad una spregiudicatezza, che gli deriva anche dalla sua lunga esperienza. Prodi è una specie di comandante superiore di lungo corso della politica ma, soprattutto, un esperto di alchimie di Palazzo. L’efficacia dell’azione di governo è andata a farsi benedire, o per meglio dire non c’è mai stata! L’anno si sta per chiudere nel peggiore dei modi: dalla debacle dell’Esecutivo sul fronte della sicurezza, con la decadenza del provvedimento sulle espulsioni, al reintegro del comandante generale della Guardia di Finanza Roberto Speciale che, per tutta risposta, dopo aver ottenuto soddisfazione dalla giustizia amministrativa, ha rifiutato l’incarico per evidenziare la sua presa di distanza dal Governo. Sono solo gli ultimi fatti di un anno vissuto all’insegna dell’inconcludenza governativa, ma anche dell’incapacità dei partiti dell’Unione a venire fuori dalle secche nelle quali Romano Prodi li ha portati. Il 2007 si apre, infatti, con il seminario di Caserta, in occasione del quale la maggioranza avrebbe dovuto mettere nero su bianco le cose da fare per i successivi dodici mesi. Invece, non solo i buoni proposti sono rimasti tali, ma sono stati anche clamorosamente smentiti. Basti pensare, per esempio, al dichiarato impegno in favore del cittadino consumatore. Dove sono le annunciate misure che avrebbero dovuto tutelarlo? Nessuno lo sa. Di certo però ogni giorno tutti i cittadini devono fare i conti con i prezzi dei generi di prima necessità, letteralmente impazziti, con le tasse e i vari balzelli, con il rincaro delle tariffe di luce, acqua e gas, e della benzina. Si tratta di aumenti che riducono di molto il potere d’acquisto. E i ministri che fanno? Anziché adottare provvedimenti concreti per contrastare gli aumenti, litigano per settimane sulla questione della base Nato di Vicenza. I cittadini devono così assistere al desolante spettacolo di una manifestazione contro gli americani, organizzata dalla sinistra radicale, nella quale si vedono sfilare a braccetto esponenti dell’Unione coi no global. Alle elezioni amministrative di primavera l’Unione, da nord a sud, registra sonore batoste. In Padania, il Carroccio avanza ovunque, conferma gli amministratori uscenti e fa eleggere molti volti nuovi. Margherita e Ds, messi alle strette dai disastrosi risultati elettorali, mettono in campo un nuovo soggetto politico, il Partito Democratico, e un “nuovo” leader, il sindaco di Roma Valter Veltroni. Intanto è già tempo di presentare il Dpef e i numeri evidenziano che le spese sui conti 2008 ammontano all’iperbolica cifra di 21 miliardi di euro. Buona parte dell’aumento del fabbisogno è dovuto al fatto che l’unico modo per tenere insieme la riottosa maggioranza di centrosinistra è quella di accontentare le sue diverse componenti, allentando i cordoni della spesa pubblica che a questo punto diventano una voragine. Finite le vacanze estive, dopo il tormentone per le primarie del Pd, i cittadini si trovano però a dover fare i conti con due presidenti del Consiglio: uno in carica, Romano Prodi, e l’altro in pectore, Valter Veltroni. Il risultato è che nessuno ci capisce più nulla e il Governo rimane al suo posto solo perché i senatori a vita continuano a sostenerlo coi loro voti, che in molte occasioni si rivelano determinanti. Il resto è storia dei nostri giorni. Il dibattito politico si arroventa sui temi della Finanziaria, della riforma elettorale e sull’alternativa, a questo punto sempre più probabile, del referendum. Infine, la nascita del nuovo partito del Popolo delle Liberta che sancisce, almeno per il momento, la fine della Cdl e apre le porte a nuovi scenari.
Tratto da LA PADANIA del 21 dicembre 2007