Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, novembre 07, 2007

GIA’ SMENTITE LE PREVISIONI DELLA FINANZIARIA

di Giacomo Stucchi

E’ la seconda Finanziaria del governo dell’Unione ed anche questa volta i cittadini si trovano nell’incertezza totale. Già l’anno scorso avevamo assistito allo scandaloso andazzo di una maggioranza che di giorno tesseva la tela dell’accordo tra i partiti, sulle singole poste del bilancio, e di notte rimetteva tutto in discussione, dopo minacce di crisi e pressioni di questo o di quel gruppo. Adesso siamo alla solita domanda: ce la farà Prodi a reggere l’onda d’urto degli scontenti del centro e della sinistra radicale presenti nella sua riottosa coalizione? Dai primi passi che il provvedimento sta muovendo al Senato pare di capire che, almeno per il momento, i numeri sembrano essere favorevoli al Professore. Ma da più parti si dice che questa settimana non ci saranno colpi di scena e che tutto, ovvero lo scivolone del Presidente del Consiglio su un voto fondamentale, magari quello sulla fiducia, dovrebbe accadere non prima della prossima. Vera o falsa che sia questa previsione, ci limitiamo solo ad osservare come questa situazione non abbia davvero nessun precedente. Pressioni dei partiti e attività lobbistiche sono sempre esistite, ma il punto è che, all’interno della maggioranza, si verificano repentinamente autentici capovolgimenti di fronte. Così è stato, per esempio, con il ministro Di Pietro che sembrava sul punto di rompere con il governo e poi invece ha addirittura chiesto pubblicamente scusa, con un articolo su l’Unità, per aver “disturbato il manovratore”. Non è che la cosa ci abbia meravigliato più di tanto. In un recente articolo pubblicato su la Padania avevamo, infatti, ampiamente previsto che l’ex pm, a breve, non avrebbe lasciato la sua poltrona istituzionale; tuttavia non possiamo fare a meno di chiederci che cosa abbia mai potuto convincere il segretario dell’Italia dei Valori a tornare su suoi passi e a riconoscere, addirittura, di aver commesso degli errori? Ammetto di essere rimasto sorpreso, soprattutto dal modo in cui Di Pietro ha estrinsecato il suo “pentimento”: evidentemente il neo segretario del Partito Democratico, che di sicuro avrà fatto pesare il suo ruolo in questa vicenda, ha delle doti di persuasione extraterrestri. Tuttavia, solo nel prossimo futuro, sarà possibile conoscere l’entità del dazio che Veltroni ha contrattato per ottenere il disco verde alla Finanziaria da parte di Di Pietro. Su un altro fronte rimangono un mistero le mosse dei senatori che fanno riferimento a Lamberto Dini. Ufficialmente hanno dichiarato di “volersi lasciare le mani libere”, ma in questi casi si sa che dietro l’ufficialità ci sono sempre dei retroscena. La capogruppo dell’Ulivo al Senato, Anna Finocchiaro, sulla fedeltà dell’ex premier mette la mano sul fuoco e le prime votazioni in aula a Palazzo Madama sembrano darle ragione; ma il traguardo è ancora lungo e la strada è irta di ostacoli. Infine, ci sono i dissidenti Bordon e Manzione. Il primo ha persino dichiarato di volersi dimettere dopo il dibattito sulla Finanziaria ma, al di là delle parole, non si capisce ancora se sia davvero intenzionato a dar seguito ai suoi propositi. Staremo a vedere. Intanto, cominciato il dibattito sul documento economico, Palazzo Chigi snocciola i numeri. “La Finanziaria 2008 – afferma il Governo - è di circa 11 miliardi di euro ed ha un doppio obiettivo: non togliere risorse, ridurre la pressione fiscale”. A noi pare, invece, che queste previsioni debbano essere già corrette. Sul fronte delle risorse, per esempio, bisognerà trovarne subito di nuove, se si vuole davvero dare seguito al decreto legge sulla sicurezza (n. 181 del 1 novembre 2007) varato dal Governo nel Consiglio dei ministri del 31 ottobre scorso, che prevede "il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale per motivi di pubblica sicurezza”, mentre sul fronte più caldo, quello della pressione fiscale, l’introduzione dello sconto ICI sulla prima casa rischia di essere del tutto vana, atteso che i Comuni (messi con le spalle al muro) sono già all’opera per la revisione degli estimi catastali che, temiamo, annullerà del tutto l’effetto della riduzione ICI.