Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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venerdì, novembre 30, 2007

Tutti con le “mani libere”, ma per far cosa?

di Giacomo Stucchi

La fiducia approvata alla Camera sul Welfare mantiene in sella Prodi ma disintegra la maggioranza. Franco Giordano e Oliviero Diliberto annunciano, sia pur con toni e tempi diversi, una prossima resa dei conti; però non è la prima volta. L’ultimo anno e mezzo ha registrato tanti momenti di crisi nell’Unione, ma poi nessuno ha avuto la voglia o il coraggio di stoppare definitivamente il Professore. Così abbiamo sentito tante “dichiarazioni di guerra” alle quali poi non ha fatto seguito nulla. Adesso sembra ci sia una novità che potrebbe cambiare le carte in tavola, o forse lo ha già fatto, ed è quella costituita dalla piena libertà di azione politica che tutti i partiti, di entrambi gli schieramenti, rivendicano. Si tratta di una prima diretta conseguenza della decisione annunciata a Milano da Silvio Berlusconi di voler fondare un nuovo partito che superi l’esperienza della Cdl e sia libero da vincoli di coalizione. Ha detto l'ex premier durante una conferenza stampa convocata a sorpresa che “Questo partito nascerà dalle fondamenta di Forza Italia e ne sarà il completamento necessario. Non ci sono e non ci possono essere ripensamenti, titubanze, passi indietro.” A chi per anni, grazie alla politica condotta dal nostro segretario federale Umberto Bossi, ha sempre avuto le mani libere, non sorprende per niente tanta determinazione dell’ex premier nel voler andare avanti per la propria strada. Perché, in effetti, rivendicare la libertà di poter decidere del proprio destino è quanto la Lega Nord ha sempre fatto nella sua storia. Mentirebbe, però, chi oggi non riconoscesse al Carroccio di aver utilizzato questa libertà per anticipare le soluzioni a molte delle tematiche che sono all’ordine del giorno del dibattito politico. Sul fronte delle riforme istituzionali, per esempio, la Lega si è sempre battuta per il federalismo. Abbiamo incessantemente lavorato per realizzarlo, soprattutto durante tutta la XIV legislatura, facendo anche in modo che la riforma costituzionale diventasse la strada maestra per tutto il centrodestra. Al leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, va riconosciuto il merito di aver tenuto insieme la Casa delle Libertà per anni ma al segretario della Lega Nord, Umberto Bossi, va il pregio di essere stato il motore rivoluzionario di tutto il centrodestra. Adesso tutti i partiti, nel reclamare la loro libertà di avanzare proposte o indicare la ricetta per risolvere i problemi, mettono al primo posto le riforme istituzionali. Ma si tratta, più o meno, di quelle stesse soluzioni sulle quali ci siamo confrontati per ben cinque anni. Più poteri al premier, superamento del bicameralismo perfetto, riduzione del numero dei parlamentari: innovazioni che il nostro movimento, in piena autonomia, ha chiesto per anni e, dopo l’approvazione della riforma costituzionale, la consultazione referendaria è stata boicottata dal centrosinistra. Con la sua propaganda ha fatto in modo che il progetto non andasse avanti. Questi sono i fatti. Ebbene, oggi tutti i partiti chiedono di avere le mani libere. Nessuno può contestare questo diritto, ma se per qualcuno questa libertà di movimento dovesse tradursi, con o senza la celebrazione del referendum, in una legge elettorale che penalizzi le rappresentanze più piccole per premiare solo i due partiti più grossi, allora bisogna gettare le carte in tavola e dire ai cittadini tutta la verità: si tratta di una manovra di Palazzo per eliminare i movimenti scomodi come il nostro. Ma il Carroccio ha sempre anticipato i tempi del cambiamento e quindi, anche nell’attuale circostanza, sarà all’altezza della situazione ma soprattutto delle attese della gente della Padania che vedono in Umberto Bossi l’unico leader capace di difendere i loro veri interessi.