Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, settembre 11, 2007

Chi tiene alla democrazia ponga fine a questo governo

di Giacomo Stucchi

Dopo Moretti, Celentano e Benigni, mancava solo Beppe Grillo ad interpretare il ruolo di fustigatore della politica, in generale, e della sinistra in particolare. Forse dallo scorso fine settimana, c’è in lizza un nuovo candidato alla guida del partito Democratico! Staremo a vedere. Per il momento ci limitiamo ad osservare che se le persone accorse in Piazza Maggiore a Bologna, mobilitate dal comico su internet, e tutte le altre scese in strada nelle altre città, testimoniano un avversione alla politica, di certo non si può dire che il governo in carica sia avulso dall’aver contribuito a creare questo stato d’animo. In altre parole, se la gente non ne può più della politica è soprattutto perché, da un anno e mezzo a questa parte, assiste impotente alla rappresentazione del peggio che la politica può dare di se. Quando una coalizione non decide nulla, perché se lo facesse rischierebbe di far cadere il governo in ogni istante; quando i ministri dell’esecutivo dicono ognuno una cosa diversa dall’altro, smentendo di continuo gli stessi annunci che in pompa magna il capo del governo, o chi per lui, dà ai cittadini; quando non c’è una rotta da seguire e nessuno, tanto meno il presidente del Consiglio, ha la forza (ma direi anche la capacità) di indicarla; quando il cittadino vede nelle istituzioni solo la rappresentazione della vessazione e del sopruso; quando le famiglie vedono compromesse la loro serenità perché lo Stato non le aiuta a mandare i figli a scuola, non le protegge dai delinquenti (che anzi vengono messi in libertà da inopportuni provvedimenti di clemenza), non tutela neanche le proprie tradizioni religiose e culturali; quando tutto questo, per mesi e mesi, accade ogni giorno; allora, altro che avversione alla politica: c’è da stupirsi come mai non ci sia stato ancora l’assalto al Palazzo. La coscienza democratica è un conto, altra cosa è il fatto che una parte politica, nella fattispecie quella dell’Unione, la calpesti spudoratamente ogni giorno, infischiandosene delle più elementari regole della convivenza civile che vogliono, prima di tutto, che ogni popolo si scelga il governo che vuole. Se è vero (come è vero) che neppure i soliti quotidiani vicini al centrosinistra possono più stemperare la crudezza dei numeri alla base dei sondaggi che, più o meno, dicono tutti che due cittadini su tre non ne possono più di Prodi e dei suoi ministri, è decisamente giunto il momento di dimostrare che le istituzioni democratiche, non solo esistono, ma sono al servizio dei cittadini, che dicono in tutti i modi di non volere più questo governo e questa tendenza peraltro si consolida con il passare dei giorni. Si tratta di un dato che deve essere seriamente preso in considerazione da chi costituzionalmente è chiamato a verificare se in Parlamento, che è espressione del corpo elettorale, continua ad esistere una maggioranza effettiva a sostegno del Professore. Per maggioranza effettiva si intende una coalizione di governo che voti e approvi provvedimenti legislativi che affrontino i problemi e migliorino la vita delle persone. A cosa sono servite infatti le votazioni sulla fiducia al governo, se non a mantenere lo status quo? Votare ed approvare inutili ordini del giorno non serve a nulla, se poi questi atti parlamentari non si tramutano in decisioni concrete. Il nostro sistema legislativo è già abbastanza farraginoso e lungo e l’ostruzionismo che la sinistra radicale fa al governo, su gran parte delle questioni all’ordine del giorno, non può che complicare le cose. Ecco perché, per il bene dei cittadini, sarebbe ora che in Parlamento quanti nell’Unione hanno ancora a cuore le sorti della democrazia, si tirino fuori da questa irresponsabile maggioranza decretandone la sua fine.
Tratto da LA PADANIA dell' 11 settembre 2007