Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, settembre 06, 2007

Di nuovo all’opera il circo dell’Unione

di Giacomo Stucchi

Che quelli della sinistra siano specialisti nel “governo ombra” è cosa nota, ma che alla ripresa dell’attività politica i cittadini si trovano costretti a confrontarsi non solo con Prodi, attuale premier in carica, ma anche con chi mira ad essere il suo successore, è veramente troppo. Ci eravamo lasciati nei primi giorni di agosto con il tormentone delle primarie nel partito Democratico, con relative proteste degli esclusi Di Pietro e Pannella, e ci ritroviamo oggi con la querelle tra il presidente del Consiglio, Romano Prodi, e l’aspirante tale, Walter Veltroni, sull’opportunità di tagliare o meno le tasse. Insomma, non si può certo dire che le vacanze, almeno per chi le ha fatte, siano servite a rasserenare gli animi e chiarire le idee. Qui c’è più confusione di prima. Il Professore sostiene infatti che “prima bisogna fare i conti e poi ridurre le tasse”, mentre il primo cittadino di Roma vuole abbassarle subito. Ma come, non si era detto che il candidato alla guida del Pd doveva contribuire a rafforzare il governo? A noi pare che, dalle parti del centrosinistra, a non capirci più nulla siano proprio i protagonisti. I quali, dopo la pausa estiva, perdendo una buona occasione per rimanere in silenzio, hanno subito dato fuoco alle polveri nel maldestro tentativo di anticiparsi l’un l’altro nelle dichiarazioni ad effetto. Sicché per i cittadini non c’è stato neppure il tempo di riporre le valigie nell’armadio che il circo dell’Unione si è subito rimesso in moto per dare il peggio di sé. Cominciando proprio a Telese, luogo caro al ministro Mastella che vi celebra ogni estate la festa dell’Udeur, che in questi giorni sembra essere diventato l’ombelico della politica. Da lì, oltre che con alcuni interventi (pubblicati sui giornali fiancheggiatori del centrosinistra sotto forma di lettere aperte o di interviste), è partita la campagna d’autunno di Veltroni che ha subito rassicurato l’attuale inquilino di Palazzo Chigi di non volerlo sostituire senza prima passare dal voto popolare. Insomma, è il succo del ragionamento del sindaco di Roma, caro Romano non ti devi preoccupare per il futuro del tuo governo perché io non sono mica D’Alema che orchestra le manovre di Palazzo; no, io nel Palazzo entro dalla porta d’ingresso principale, ovvero con il consenso del voto popolare. Già, il voto. In effetti, l’unica cosa giusta da fare sarebbe proprio quella di andare al votare al più presto. Lo auspica di certo la Lega Nord, che peraltro non ha mai accettato il verdetto elettorale della primavera del 2006, quando un tuttora discutibile computo dei voti ha portato ad una frettolosa ed incauta proclamazione del vincitore, ma l’impressione è che più le si invoca queste elezioni più si tiene unita una maggioranza che è divisa su tutto tranne che sulla vocazione a tenersi ben strette le poltrone istituzionali. In altre parole, andiamoci cauti con queste aspettative di elezioni al più presto, che qualcuno addirittura pronostica per la prossima primavera, perché per l’Unione il collante del potere e la certezza matematica di perderlo, se si dovesse andare alle urne a breve, sono delle ottime ragioni per rinviare sine die il momento della resa dei conti elettorale. Certo, dall’altro lato, è sotto gli occhi di tutti il fatto che questi incoscienti del centrosinistra ormai da un anno e mezzo giocano col fuoco. Al Senato non hanno i numeri per governare ma, con la stampella dei senatori a vita, sino ad oggi sono riusciti a rimanere a galla; non hanno uno straccio di programma di governo condiviso, nonostante le quasi trecento pagine presentate a suo tempo agli elettori, ma con bizantinismi di ogni tipo e il costante rinvio della soluzione ai vari problemi, hanno di fatto messo con le spalle a muro il Parlamento convocandolo solo per il disbrigo degli affari correnti. Insomma, i motivi per sciogliere le Camere, e andare a votare già nel 2008, sarebbero veramente moltissimi; ma nelle more che questo accada il centrodestra non può certo stare a guardare. Ecco perché è quanto mai opportuna la battaglia per la protesta fiscale difesa dal nostro segretario federale, Umberto Bossi. Che, considerata la legittima rabbia dei cittadini, per l’incompetenza dimostrata da chi ci governa, non ha di certo bisogno di essere né invocata né sollecitata in quanto esiste già nei fatti. In questa situazione il Carroccio, che da sempre lotta per la libertà della Padania, non può certo far finta di niente e aspettare gli eventi ma ha il dovere di stare con il popolo per difendere le sue legittime richieste.
Tatto da LA PADANIA del 6 settembre 2007