Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, luglio 24, 2007

Governo Prodi, pessimo esempio anche per i più giovani

di Giacomo Stucchi

Oggi è molto di moda avere una seconda vita su internet. Si proprio così, attraverso la rete è infatti possibile costruirsi una seconda identità e farla interagire con altri “navigatori” che, a loro volta, stanno al gioco. Sarà per la crisi dei valori, quali l’amicizia o la solidarietà, o per il sopravvento della disillusione tra i giovani, fatto sta che ai ragazzi sembra piacere di più il mondo virtuale rispetto a quello reale. D’altra parte come dargli torto se nessuno, tra i governanti, presta loro un minimo di attenzione? Tra le tante bufale del Governo in carica, che in un poco più di una anno ne ha collezionate una quantità e una varietà da record, una in particolare riguarda proprio i giovani, il loro futuro pensionistico. Frase magica sulla quale Prodi e i suoi compagni di ventura si sono arrovellati il cervello per mesi e mesi per addivenire poi alla conclusione di trasformare lo “scalone” di Maroni negli “scalini” e di aumentare di qualche spicciolo le pensioni minime, giusto per qualche caffè in più al bar durante il mese. Per l’immediato, è tutta qui la “grande manovra” sociale ed economica del governo Prodi. Tutto il resto è silenzio. Anzi no, tutto il resto è caos. Perché dei provvedimenti annunciati, quali ad esempio la totalizzazione dei contributi o il riscatto della laurea, per venire incontro alle prossime generazioni di pensionati, se ne parla a livello di mere enunciazioni di principio. Ed è sulla base di queste dichiarazioni, anziché su quella dei numeri e delle prospettive concrete, che sì è raggiunto l’infausto accordo tra Governo e sindacati. I quali, a loro volta, dicono di non capire perché la sinistra radicale non vuol condividere questo “punto di svolta”. Ma svolta di che? Hanno appena firmato uno straccio di intesa e, un minuto dopo, sono tutti lì a rimangiarsela. Adesso poi, con questa storia dell’elenco dei lavori usuranti, ovvero quelle categorie di lavoratori che dovrebbero andare in pensione con 3 anni di anticipo, è cominciato il solito squallido e italico gioco del fregare il prossimo. Perché sarebbe stato troppo semplice stilare una casistica chiara ed inequivocabile; no, come al solito, si è deciso di restare nel vago per poter promettere sino all’ultimo a questa o a quella categoria, a fini puramente elettorali, il miraggio della pensione subito. Come se non bastasse, dopo la fatidica notte dell’accordo a Palazzo Chigi tra Prodi e i sindacati (finita non a tarallucci a vino ma a cornetti e cappuccini), il giorno dopo abbiamo dovuto ascoltare le dichiarazioni dei soliti Giordano e Diliberto, rispettivamente di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, che sono sempre tormentati tra l’istinto dei rivoluzionari popolari (al quale peraltro non crede più nessuno) è quello, forse meno nobile ma di certo più concreto, del tenersi a tutti i costi ben salde le poltrone. E che poltrone! Come fare a tenersele e, nello stesso tempo, far credere ai cittadini di battersi per le loro pensioni? Eh già, è proprio un bel rebus, sulla soluzione del quale i due segretari si cimenteranno come compitino per le vacanze. Nel frattempo, però, ci permettiamo di suggerire loro un disinteressato consiglio; come quello, per esempio, di ritirare la delegazione ministeriale. Basterebbe questo per vincere quella battaglia contro i “poteri conservatori” che, a parole, dicono di voler combattere ma che nella realtà si guardano bene dal fare. Almeno, siano sinceri coi loro elettori e dicano:”In campagna elettorale vi abbiamo promesso delle cose irrealizzabili. Il Governo di centrosinistra non è in grado di mantenere queste promesse ma, tuttavia, non possiamo farlo cadere perché così si ridarebbe la parola al corpo elettorale e questo ci rimanderebbe a casa almeno per i prossimi trent’anni”. Siamo sicuri che lo apprezzerebbero di più. Il punto è che in un epoca già di per sé avara di valori ideali ai quali, soprattutto i più giovani, si possano ispirare, questo Governo (oltre a tutti i danni che sta provocando in economia, nel sociale, nella giustizia, nella sicurezza, nella politica estera) si è rivelato anche un pessimo esempio di opportunismo e ipocrisia, oltre che di attaccamento alla poltrona, come pochi altri nella storia repubblicana. Con il Professore a Palazzo Chigi, che idea della politica potranno mai farsi i nostri ragazzi? Sicuramente pessima.