Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, luglio 04, 2007

Veltroni e le follie del centrosinistra

di Giacomo Stucchi

Che triste destino quello di Prodi, legato com’è ad una continua lotta contro il tempo e contro i suoi stessi ministri; ma questa volta la sua avventura a Palazzo Chigi potrebbe davvero essere arrivata al capolinea. Almeno a giudicare dall’impegno che tutti i mass-media che fiancheggiano il centrosinistra hanno messo nell’evocare il miracolo-Veltroni; così come dei cosiddetti poteri forti, che a suo tempo si spellarono le mani per sponsorizzare il Professore, e che adesso ci accingono a diventare veltroniani di ferro. Se c’è ancora della logica in ciò che accade dalle parti del centrosinistra, la dichiarata dsponibilità di Walter Veltroni a guidare il partito democratico, l’investitura ufficiale prevista nel prossimo mese di ottobre e il successivo avvio del tour per “riconquistare” un Italia sconfortata e delusa da Prodi, dovrebbero infatti essere tanti tasselli di un unico puzzle: scioglimento anticipato delle Camere ed elezioni politiche nella primavera del 2008. Ma c’è dell’altro. Immaginare infatti una vita più lunga di questo governo, così come della legislatura, rende incomprensibile la discesa in campo del sindaco di Roma. E verosimile che il primo cittadino della Capitale si faccia rosolare a fuoco lento, per uno o due anni, duranti i quali con l’aria che tira quel poco di credibilità che rimane all’Ulivo andrebbe del tutto compromessa, avendo così praticamente preclusa ogni possibile rimonta? E’ illogico crederlo ma, considerate le ultime mosse del centrosinistra, non si può escludere che accada. Inoltre, la situazione è già talmente difficile che bisogna avere una dose di ottimismo ciclopica per pensare di risalire la china già adesso, figuriamoci poi tra un paio d’anni. Comunque, fosse di pochi mesi o di un paio d’anni la vita dell’esecutivo e della legislatura, e pur ipotizzando che l’avvio della campagna elettorale di Veltroni serva a far risollevare davvero il gradimento dell’Ulivo nell’opinione pubblica, nel frattempo il centrosinistra cosa intende fare? E come pensa di conciliare le sue decisioni di governo con le inevitabili prese di posizione di Veltroni? Per quanto tempo ancora, per esempio, Giordano e Diliberto hanno intenzione di chiedere l’abolizione dello scalone, il ministro del Tesoro negarlo, e i due compagni minacciare una fuoriuscita dal Governo che però non arriva mai? Oppure, sino a quando si continueranno a prendere per i fondelli i proprietari degli immobili con questa falsa promessa della riduzione dell’Ici (che in un primo momento si parlò addirittura di eliminare) quando invece, conti alla mano, viene fuori che tale abbattimento non si discosterà di molto da quello che già molti Comuni praticano e che comunque riguarderà solo una fascia di reddito? E che ne pensa il sindaco di Roma, che non perde occasione per evocare il mito di grandi capi di Stato democratici e liberali, del fatto che il viceministro per l’Economia Vincenzo Visco, indagato per abuso d’ufficio e minacce all’ex comandante generale della Guardia di Finanza Roberto Speciale, per aver chiesto il trasferimento di quattro ufficiali responsabili delle indagini su Unipol, resti tranquillamente al suo posto e non avverta la minima necessità di dimettersi? E ancora, il leader in pectore del partito democratico ritiene normale che in uno Stato nel quale vige il principio costituzionale della separazione dei poteri, giudici e pm scioperino contro la riforma dell’ordinamento giudiziario e, per protestare contro il governo, si dimettano dalla giunta esecutiva dell’Associazione nazionale magistrati? Per la verità tale reazione non ha niente a che vedere con il trattamento riservato al guardasigilli del governo Berlusconi, Roberto Castelli, che su tutte le contumelie che gli sono state rivolte quando era ministro ha potuto persino scriverci un libro. Ma adesso il tempo potrebbe dargli ragione, perché se il disegno di legge non sarà approvato entro il 31 luglio, sarà proprio la sua riforma ad entrare in vigore. Ma a rincarare la dose di confusione totale ha già provveduto il ministro Antonio Di Pietro che sul ddl di riforma dell'Ordinamento giudiziario ha aggiunto: "Il centrosinistra e la Cdl oggi come oggi ritengono di fare una norma che limiti l'indipendenza della magistratura. Questo non e' accettabile. Se le cose stanno così io sto dalla parte dei magistrati". Roba da manicomio.