QUELLE DECISIONI SBAGLIATE DI RENZI CON LE QUALI DOBBIAMO FARE I CONTI
di Giacomo
Stucchi
Mentre i
fatti di Londra riportano l’attenzione ai drammatici scenari coi quali dobbiamo
confrontarci, qualcuno nel nostro Paese continua a ripetere ad arte il mantra
secondo il quale le bocciature delle riforme volute da Matteo Renzi,
quella del referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale e quella
della Consulta sull'Italicum, ha determinato l’attuale immobilismo politico.
In realtà,
se solo le forze politiche di maggioranza, a cominciare dal Partito Democratico
che detiene il maggior numero di deputati, guardassero ai problemi sul tappeto
con un po' di pragmatismo e si mettessero a lavorare seriamente, faremmo di
certo dei passi avanti. A cominciare dalla legge elettorale. Invece, sulla
questione, assistiamo all’ennesimo rinvio in Commissione parlamentare.
L’immobilismo,
quindi, non è determinato dall'esito del referendum o dalla sentenza della
Corte costituzionale, ma dalla spregiudicatezza politica di coloro che
vorrebbero far credere che da quelle decisioni derivi l’impossibilità di dare
al Paese un buon sistema elettorale che determini, in prospettiva, un governo
stabile ed efficace.
Gli stessi
soloni, poi, fanno finta di dimenticare che se fosse passato il referendum
costituzionale avremmo avuto guai di gran lunga maggiore; e un governo Renzi
che avrebbe continuato a prendere decisioni sbagliate con le quali, oggi, ci
troviamo a dovere fare i conti.
Basti
pensare al fronte immigrazione e a quello della sicurezza, per certi versi due
facce della stessa medaglia, per constatare quanto ci stiano costando gli
errori di Renzi. Con l'arrivo della bella stagione sono già migliaia gli
immigrati irregolari sbarcati sulle nostre coste, con tutti i problemi
logistici, economici e sociali che questa situazione comporta. E chissà quanti
altri sono già pronti a partire. Non si può oggi nascondere la testa sotto la
sabbia e far finta che questa situazione non sia figlia anche di tre anni di
lassismo totale di un premier e di un governo che, sia sul fronte della
collaborazione internazionale sia su quello del respingimento dalle nostre
coste, non ha fatto alcunché.
Così come,
sul fronte della sicurezza, dinanzi al grido di disperazione dei sindaci rimasti
inascoltati dall’ex premier per ben tre anni, il governo Gentiloni non
ha potuto fare altro che intervenire con un decreto che auspichiamo riesca
davvero a rispondere alle legittime esigenze di sicurezza dei cittadini.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home