Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, marzo 21, 2017

100 GIORNI DI NULLA


di Giacomo Stucchi

A tre mesi e mezzo dalla sconfitta al referendum costituzionale, e dopo quasi due mesi dalla bocciatura dell’Italicum da parte della Consulta, l’ex premier Matteo Renzi non ha imparato nulla dagli errori commessi e continua a condizionare negativamente l’agenda politica e le scelte del governo.

Sulle nomine dei vertici delle aziende di Stato, per esempio, l’esecutivo Gentiloni è parso più dedito all’occupazione del potere, ancorché per interposta persona, che non alla scelta dei nomi sulla base delle competenze; le quali, peraltro, non sono state apprezzate da giudici imparziali quali sono di certo i mercati finanziari. La lottizzazione delle cariche fatta da Renzi attraverso il governo Gentiloni, che si è prestato al gioco, lascia quindi davvero stupefatti. Sia per il metodo sia per la tempistica. Per il metodo, perché la scelta delle nomine è stata fatta senza quella trasparenza che sarebbe stata necessaria; per i tempi, perché nei suoi mesi di attività il governo in carica avrebbe dovuto soltanto occuparsi di quelle poche cose necessarie a portare la legislatura verso la sua conclusione.

Gentiloni, al momento del suo insediamento a Palazzo Chigi, aveva detto di “voler accompagnare e se possibile facilitare” un’intesa in Parlamento per l’approvazione della nuova legge elettorale. Francamente però, a più di cento giorni dalla sua nomina a presidente del Consiglio, non abbiamo visto la minima traccia di questo lavoro, né in Parlamento né in altre sedi. Il destino della nuova legge elettorale, peraltro, è inevitabilmente condizionato dalle beghe congressuali del Pd. Ecco perché molto difficilmente su questo fronte si muoverà qualcosa prima dell’elezione del nuovo segretario dei Dem.

Intanto, però, le soluzioni ai tanti problemi del Paese latitano e alla scelte sbagliate di Renzi si sommano adesso gli errori del governo Gentiloni. Dal bonus mamma domani, che doveva entrare in vigore ormai quasi tre mesi fa e che invece è ancora impantanato in pastoie burocratiche che ritardano di molto i tempi per l’erogazione, ai voucher lavoro, che sono stati aboliti dal governo con un decreto ma senza avere fatto chiarezza sul destino di quelli acquistati prima dell’entrata in vigore dello stesso provvedimento e spendibili prima della fine del 2017, il caos è totale. Se questo è l’andazzo, bisogna davvero preoccuparsi per i molti danni che questo governo potrà ancora fare prima che gli si stacchi la spina.