100 GIORNI DI NULLA
di Giacomo Stucchi
A tre mesi e mezzo dalla sconfitta al referendum costituzionale, e dopo
quasi due mesi dalla bocciatura dell’Italicum da parte della Consulta, l’ex
premier Matteo Renzi non ha imparato nulla dagli errori
commessi e continua a condizionare negativamente l’agenda politica e le scelte
del governo.
Sulle nomine dei vertici delle aziende di Stato, per esempio,
l’esecutivo Gentiloni è parso più dedito all’occupazione del
potere, ancorché per interposta persona, che non alla scelta dei nomi sulla base
delle competenze; le quali, peraltro, non sono state apprezzate da giudici
imparziali quali sono di certo i mercati finanziari. La lottizzazione delle
cariche fatta da Renzi attraverso il
governo Gentiloni, che si è prestato al gioco, lascia quindi
davvero stupefatti. Sia per il metodo sia per la tempistica. Per il metodo,
perché la scelta delle nomine è stata fatta senza quella trasparenza che sarebbe
stata necessaria; per i tempi, perché nei suoi mesi di attività il governo in
carica avrebbe dovuto soltanto occuparsi di quelle poche cose necessarie a
portare la legislatura verso la sua conclusione.
Gentiloni, al momento del suo insediamento a Palazzo Chigi,
aveva detto di “voler accompagnare e se possibile facilitare” un’intesa in
Parlamento per l’approvazione della nuova legge elettorale. Francamente però, a
più di cento giorni dalla sua nomina a presidente del Consiglio, non abbiamo
visto la minima traccia di questo lavoro, né in Parlamento né in altre sedi.
Il destino della nuova legge elettorale, peraltro, è inevitabilmente
condizionato dalle beghe congressuali del Pd. Ecco perché molto difficilmente su
questo fronte si muoverà qualcosa prima dell’elezione del nuovo segretario dei
Dem.
Intanto, però, le soluzioni ai tanti problemi del Paese latitano e alla
scelte sbagliate di Renzi si sommano adesso gli errori del
governo Gentiloni. Dal bonus mamma domani, che doveva entrare
in vigore ormai quasi tre mesi fa e che invece è ancora impantanato in pastoie
burocratiche che ritardano di molto i tempi per l’erogazione, ai voucher
lavoro, che sono stati aboliti dal governo con un decreto ma senza avere
fatto chiarezza sul destino di quelli acquistati prima dell’entrata in vigore
dello stesso provvedimento e spendibili prima della fine del 2017, il caos è
totale. Se questo è l’andazzo, bisogna davvero preoccuparsi per i molti danni
che questo governo potrà ancora fare prima che gli si stacchi la
spina.
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