LE OCCASIONI SPECATE DAI GOVERNI A GUIDA PD
di Giacomo Stucchi
Sono botte da orbi nel Pd sui conti pubblici e sulle performance dei governi
guidati dagli ex premier Enrico Letta e Matteo
Renzi, che si scambiano reciprocamente messaggi al vetriolo sulle
responsabilità e i fallimenti dell’uno e dell’altro. Viene da chiedersi come un
partito così diviso su tutto possa governare e ambire a farlo ancora nel
prossimo futuro. Le divisioni del Pd, però, che si alimentano anche per le
vicende congressuali, potrebbero costare care al Paese.
Atteso che si è deciso di non andare a votare già in questa primavera ci
saremmo aspettati dalla maggioranza di governo un impegno straordinario in
questo scorcio di legislatura che servisse ad approvare, tra l'altro, una
valida ed efficace legge elettorale in grado di garantire nel prossimo futuro un
governo stabile e capace di affrontare le tante sfide che ci aspettano. Invece i
veti incrociati nel Pd, e quelli tra questo partito e i suoi alleati di
governo, rischiano di lasciare in eredità un sistema politico a forte
instabilità.
Sfide interne ma non solo. Le celebrazioni di Roma in occasione del 60º
anniversario della costituzione del mercato comune europeo, con tutti i fronzoli
di cerimonie, strette di mano, fotografie e brindisi, non possono infatti
cancellare i fallimenti di un’Unione europea dalla quale, così com'è, non si può
che prendere le distanze. Basti pensare all’incapacità di vigilare sulle
frontiere dell’Unione per proteggerle da un' immigrazione clandestina massiccia.
Maggiori responsabilità dei tecnocrati di Bruxelles, che sul fronte
dell’immigrazione (e non solo) hanno abbandonato il nostro Paese al suo destino,
hanno però i governi del Pd che negli ultimi anni si sono avvicendati a Palazzo
Chigi. Gli esecutivi Letta, Renzi e, da
ultimo, Gentiloni, hanno sostanzialmente perso delle occasioni
di rilancio economico. Non hanno, cioè, saputo sfruttare la congiuntura
positiva, la politica monetaria della Bce e il prezzo basso del petrolio.
Insomma, tutte condizioni macroeconomiche favorevoli che avrebbero potuto di
certo costituire un volano di sviluppo per la nostra economia. Buttate al vento
queste possibilità non resta quindi che constatare il fallimento del Pd al
governo, con un'economia ferma al palo e un sistema politico e istituzionale
bloccato.
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