RENZI L'ILLUSIONISTA NON VINCERA'
di Giacomo Stucchi
Svelato l'arcano sulla data del referendum, si voterà il 4 dicembre. Una
data non certo casuale, scelta dal premier per portare gli elettori allo
sfinimento sul tema delle riforme, avere il tempo di "lavorarsi" il voto degli
italiani all'estero (non a caso la Boschi è in missione in Sud America),
accontentare qualche categoria di contribuenti con la manovra economica e
sperare che nei mesi che mancano al voto succeda qualcosa che possa tornargli
utile per risalire la china. E' davvero paradossale, per un governo che ha
sempre detto di volere "correre" per fare le cose, che adesso siano necessari
altri due mesi per portare i cittadini a votare sulle riforme. La verità è che
Renzi sta facendo di tutto per non perdere perché, nonostante il suo
funambolismo politico, sa perfettamente che una sconfitta (molto probabile se si
fosse votato a breve) non può rimanere senza conseguenze. Il voto referendario,
in un modo o nell'altro, segnerà una legislatura che, in tutta onestà, avremmo
voluto impiegare per occuparci di problemi più urgenti per i cittadini: dal
lavoro che non c’è, nonostante i molti miliardi messi sul piatto dal governo per
gli incentivi alle imprese ad assumere, a una seria riduzione della pressione
fiscale che non potrà mai esserci senza un reale taglio alla spesa pubblica
improduttiva. Avremmo voluto occuparci di tutto questo ma il premier, l’uomo
solo al comando, coadiuvato da una maggioranza parlamentare più incline a
tutelare i propri interessi che non quelli dei cittadini, ha voluto
diversamente. Da questo momento quindi, sino alla prima domenica di dicembre,
per tutti gli elettori ogni occasione è buona per informarsi sui contenuti della
riforma. Al di là delle singole questioni da tenere in considerazione se
passasse questa riforma, che vanno dalla difficoltà di modifica della
Costituzione, che richiederebbe il voto di una Camera e di un Senato eletti con
leggi completamente diverse, in tempi diversi e da soggetti diversi, alla
complicazione dell'articolo 70 sulla funzione legislativa della Costituzione,
che attualmente è composto da sole nove parole e che invece nella nuova versione
voluta dal duo Renzi-Boschi sarebbe addirittura di 451 parole, il punto è che
ogni cittadino ha il dovere di informarsi e di farsi una cognizione di causa.
Non bisogna considerare il voto referendario come un adempimento di ordinaria
amministrazione, non lo è affatto! Per rendersene conto basti pensare al titolo
ingannevole che troveremo, salvo colpi di scena, sulla scheda elettorale
annunciata dal presidente del Consiglio in televisione, al continuo balletto
sulla data del voto e all’occupazione mediatica che il premier ha già cominciato
per perorare la sua causa. Sono i trucchi e trucchetti dell’illusionista
Renzi, ma questa volta il gioco di prestigio non riuscirà.
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