L'APE SOLO UNO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE
di Giacomo Stucchi
Al di là dei numeri sulla disoccupazione, sia che ci si riferisca a quelli
del Ministero del Lavoro sia a quelli forniti dall'Istat, il dato preoccupante
per la nostra economia è la stagnazione. La mancanza di crescita, che nel nostro
Paese rimane allo zero virgola, non può che portare a scarsissimi risultati
sul fronte dell’occupazione. Il lavoro, infatti, non si crea con un
provvedimento legislativo, ancorché costosissimo come lo è stato quello sugli
incentivi alle imprese per le assunzioni approvato dal governo Renzi, ma creando
le condizioni per la crescita. Sul fronte del lavoro, quindi, la realtà è
quella di un Paese dove i disoccupati restano a una cifra record e i pochi
fortunati che trovano un lavoro non possono dire di averlo per sempre. Sul
fronte delle pensioni, invece, il motore della propaganda del governo gira a
tutto regime. Messa definitivamente da parte ogni ipotesi di riduzione
dell’Irpef, il governo rilancia sulla pensione anticipata e ritrova l’intesa coi
sindacati dopo mesi e mesi di forti contrasti. Si tratta di una coincidenza?
Direi proprio di no. L’Ape, che si annuncia già molto onerosa per coloro che la
volessero utilizzare, per lasciare il lavoro in anticipo rispetto agli assurdi
parametri della legge Fornero, sembra più dettata dall'esigenza del governo di
mettere sul piatto del confronto con i sindacati qualcosa di diverso
dall'immobilismo degli ultimi tempi che non una soluzione concreta per i
lavoratori. Che dovrebbero pagare per poter avere riconosciuto il loro diritto
di andare in pensione! Si parla di una fase sperimentale ma la verità è che per
i diretti interessati ricorrere a un siffatto sistema sarebbe fortemente
penalizzante. La sensazione, quindi, è che Renzi abbia solo messo sul piatto
della competizione elettorale qualcosa che possa dargli un minimo di consenso
nella campagna elettorale referendaria. Uno specchietto per le allodole,
insomma, per favorire i Sì dati in svantaggio da tutti i sondaggi.
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