Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, settembre 22, 2016

QUELLA LEGGE ELETTORALE PENSATA QUANDO IL PREMIER AVEVA IL VENTO IN POPPA

di Giacomo Stucchi
 
C’è un aspetto nell’attuale situazione politica che rende bene l’idea di quanto sia poco lungimirante l’azione di governo del premier, ma anche di quanto sia schizofrenica l’attività legislativa da lui promossa. Basti pensare all’Italicum, votato nel 2015 con la fiducia e rimesso in discussione con il voto alla Camera sulla mozione presentata dalla maggioranza. Una roba da manicomio, che però si è resa necessaria visto che Renzi ha portato avanti una legge elettorale nata per un sistema parlamentare che ancora non esiste (e che potrebbe non esistere mai, visto che il Sì al referendum costituzionale arranca nei sondaggi), senza preoccuparsi delle possibili conseguenze. Il fatto è che il 40 per cento ottenuto dal Pd alle elezioni europee ha fatto montare la testa al premier che dopo quel risultato ha probabilmente pensato che il vento in poppa non lo avrebbe più abbandonato. Con la minaccia di portare il Paese alle urne anticipate, un epilogo della legislatura che la maggioranza raccogliticcia che lo sostiene ha sempre scansato per il terrore di molti parlamentari di perdere la poltrona, il presidente del Consiglio ha quindi ottenuto la nuova legge elettorale; senza aver però la cornice costituzionale, ovvero il nuovo Senato, per la quale l’Italicum è stato concepito. Il risultato è che se vincesse il No al referendum sulle riforme avremmo due sistemi di voto: uno a doppio turno, con premio di maggioranza e soglia di sbarramento, per la Camera dei Deputati, l’Italicum appunto, e un altro proporzionale, il Consultellum, visto che resterebbe in piedi il Senato così com'è. Insomma, un pasticcio istituzionale che non ha precedenti e che, paradossalmente, renderebbe persino complicato portare il Paese alle urne. Con due sistemi elettorali così diversi, infatti, la probabilità che le elezioni possano determinare due maggioranze diverse nei due rami del Parlamento è più che concreta. Ancora peggio, però, se vincesse il Sì, perchè in quel caso ci ritroveremmo per i prossimi decenni un sistema costituzionale pasticciato e, in virtù del combinato disposto con la nuova legge elettorale, un premier e una maggioranza quasi inamovibili legittimati a fare ogni cosa. Questo capolavoro di ingegneria costituzionale denota solo approssimazione e miopia politica. Anche sul lavoro e sulla mancata crescita del Pil, del resto, tutti i nodi stanno venendo al pettine. A cominciare dai costi degli incentivi alle imprese per le assunzioni, quantificabili in diversi miliardi di euro, che hanno prodotto risultati risibili sul fronte dell’occupazione ma deleteri su quello dei conti pubblici.