IL GOVERNO ASPETTA IL REFERENDUM E IL PAESE AFFONDA
di Giacomo Stucchi
Che il voto al Senato sugli Enti locali non sarebbe stata l’occasione per una
resa dei conti nel Pd e nella compagine di governo era prevedibile, ma che da
questo passaggio si possa trarre la conclusione che l’esecutivo ne esca
rafforzato è un illusione. Del resto il sospiro di profondo sollievo tirato dai
dirigenti del Pd più vicini a Renzi subito dopo il voto a Palazzo Madama,
malcelato dietro a un florilegio di dichiarazioni rese alla stampa per
compiacersi della buona prova fornita dalla maggioranza, la dice lunga su quanto
instabile sia il quadro politico. Non fa poi molta differenza che i voti dei
verdiniani non siano stati determinanti, perché tanto è ormai acclarato che la
maggioranza parlamentare che tiene in vita il governo non ha corrispondenza
nell’elettorato e nell’opinione pubblica; e più i voti dei parlamentari vicini
ad Alfano risultano determinanti per la sopravvivenza del governo, più
quest’ultimo perde consenso tra gli elettori dello stesso Pd ma anche nel
Paese. La resa dei conti, quindi, è solo rinviata e verosimilmente avverrà dopo
il referendum costituzionale, la cui data di celebrazione peraltro rimane ancora
incerta. Solo dopo il responso della consultazione popolare sulla riforma Boschi
si capirà meglio il destino del governo in carica. Ma mentre le forze di governo
sono “concentrate” nei loro giochetti di potere, il Paese affonda. Basti pensare
che nel 2015, secondo l'Istat, le famiglie in condizione di povertà assoluta
sono pari a 1 mln e 582 mila e le persone a 4 mln e 598 mila (il numero più alto
dal 2005). L'incidenza della povertà assoluta, inoltre, cresce se misurata in
termini di persone (7,6% della popolazione residente nel 2015, 6,8% nel 2014 e
7,3% nel 2013). Questo perché riguarda le famiglie più numerose. Significativo
e allo stesso tempo preoccupante è poi il fatto che la povertà aumenti al
Nord, dove le condizioni di vita, soprattutto per chi vive in città, è anziano o
ha un basso reddito, sono diventate davvero molto difficili. Non sfugge a
nessuno che per venire a capo di queste difficili situazioni avremmo bisogno di
un governo capace, in grado di prendere il toro per le corna e venire
finalmente incontro alle esigenze delle imprese, che creano lavoro, e delle
famiglie che determinano i consumi. E invece "lor signori" aspettano il
referendum!
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