Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, febbraio 16, 2016

QUEI NUMERI CHE NON CONVIENE COMMENTARE

di Giacomo Stucchi
Mentre nella maggioranza si affannano a commentare i dati dell’Inps sull’occupazione, che comprendono però anche le trasformazioni di rapporti a termine e apprendisti in contratti a tempo indeterminato, è curioso notare come il governo cerchi di far passare in sordina i dati diffusi da Banca d’Italia sullo stato della nostra economia nel 2015. Si tratta di numeri per niente rassicuranti. Secondo l’Istituto, infatti, l’anno scorso le entrate tributarie sono state pari a 433.485 milioni di euro rispetto ai 407.582 milioni del 2014; il debito pubblico si è attestato a 2169,9 miliardi rispetto ai 2136 miliardi di fine 2014; le spese correnti dello Stato sono passate da 483 a 536 miliardi, mentre le spese per gli investimenti da 56 a 45 miliardi. Sul piano politico ed economico, quindi, queste cifre dicono che nel 2015 i cittadini hanno pagato più tasse, che il debito pubblico è aumentato e che lo Stato ha speso di più ma ha investito di meno. Insomma tutto il contrario della propaganda renziana, che narra di un governo virtuoso che abbassa le tasse e favorisce gli investimenti. La verità è che Renzi e i suoi ministri hanno portato avanti una politica economica in deficit, che ha sempre guardato al tornaconto elettorale del partito di maggioranza del quale il premier è il segretario, infischiandosene sia del rigore sia della crescita. I risultati di questa sciagurata politica sono oggi sotto gli occhi di tutti; e dicono, tra l’altro, che se non fosse per il presidente della Bce Mario Draghi, che interviene con dichiarazioni "rassicuranti" tutte le volte che i nostri titoli di Stato e la Borsa affondano, saremmo già costretti ad approvare una manovra correttiva da decine di miliardi di euro. Il fatto è che la credibilità di Palazzo Chigi è sempre più bassa. Misure quali quelle del canone Rai in bolletta o dell’annunciata riforma delle pensioni di reversibilità, presentate come grandi rivoluzioni, non sono altro che maldestri tentativi per raschiare il fondo del barile di un bilancio dello Stato che fa acqua da tutte le parti.