FISCO SANGUISUGA E GOVERNO INCAPACE
di Giacomo Stucchi
La narrazione renziana di un Paese che sarebbe in ripresa, grazie alle
politiche del governo sul fronte dell’economia, fa acqua da tutte le parti. Non
solo per i dati ufficiali, come quelli sulla disoccupazione o sui consumi che
languono, o per le recenti vicende sui quattro istituti salvati dal decreto del
22 novembre e sulle sventurate implicazioni che il provvedimento ha avuto sui
risparmi di migliaia di piccoli risparmiatori, ma soprattutto per come Renzi e i
suoi ministri governano. Chi dice, per esempio, che la pressione fiscale è
diminuita mente sapendo di mentire. Per capire che non è così basti pensare che
con la scadenza fiscale del 16 dicembre i contribuenti, tra ritenute Irpef,
Imu, Iva, Tasi, Tari e balzelli vari, versano allo Stato la bellezza di 37,2
miliardi di euro! Insomma, lo Stato è per i cittadini una sanguisuga sotto
forma di pressione fiscale che il governo in carica (con il Pd a fare da
protagonista) non ha nemmeno provato a diminuire. Com’è ormai tristemente noto
tra i suddetti prelievi molto significativo è quello dell'Imu sugli immobili
strumentali e sulle seconde case che, complessivamente, fa incassare all'erario
e ai Comuni circa 9,6 miliardi; ma si tratta solo del saldo che va ad
aggiungersi all’acconto di giugno. E poi nel governo si chiedono come mai
l’edilizia, un tempo motore trainante dell’economia del nostro Paese, non
riparte! Qui siamo al delirio totale; e basta soffermarsi al pacchetto di
emendamenti presentati all’ultimo momento dal governo alla legge di Stabilità,
come quello sul fronte sicurezza o della cultura, per capire come la “strategia”
dell’esecutivo sia quella di elargire mance e mancette ma non certo di
programmare e attuare una seria politica economica, e non solo, in grado di far
ripartire davvero il Paese. La verità è che siamo dinanzi all’ennesimo
provvedimento arlecchino, con dentro un pò di tutto, con misure in deficit che,
per la loro copertura, prevedono anche una clausola di salvaguardia in caso di
maggiori spese rispetto alle stime.
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