LEGISLAZIONE A MEZZO STAMPA
di Giacomo Stucchi
Dopo avere tacitato le opposizioni sulla riforma costituzionale, impedendo
loro di dare un contributo di proposte e di idee al ddl Boschi, ecco un’altra
dimostrazione plastica di quale sia la considerazione che il Renzi-pensiero ha
per il Parlamento. Ormai non c’è un intervento del premier, infatti, che non
preveda almeno un’anticipazione ad effetto sulla prossima Legge di Stabilità.
L’ultima novità, peraltro spudoratamente copiata, e male, dal programma di
governo del centrodestra, è l’innalzamento del limite di mille euro per gli
acquisti di beni e servizi con il contante. Al d là dei contenuti il punto è che
la manovra, com’è ovvio, dovrebbe essere, in primis, materia del Parlamento;
e invece continua ad essere oggetto di interviste giornalistiche al
segretario-presidente. Inaugurando così un nuovo tipo di legislazione che
potremmo definire a mezzo stampa. Il risultato, però, è che i numeri di quella
che una volta si chiamava Finanziaria continuano a lievitare e nessuno, a
cominciare dagli esperti dei ministeri economici, ha ben capito dove e come
tirare fuori i soldi necessari a realizzare quanto promesso. Qualche sospetto,
per la verità, c’è. Come quello, per esempio, che l’annunciato taglio delle
tasse sulla prima casa, Imu e Tasi, che il premier ha promesso di restituire
“paro paro” ai Comuni, possa essere in parte “scaricato” sui proprietari di
seconde case. Ma, se così fosse, si tratterebbe del solito gioco delle tre
carte. Peraltro a danno di contribuenti già tartassati anche a seguito della
rivalutazione delle rendite catastali che, soprattutto nelle grandi città, hanno
portato ad aumenti da record della pressione fiscale proprio sulle seconde
case. Di certo, invece, c’è il rinvio della riforma Fornero, che tanti problemi
ha creato e continua a creare a livello sociale; vedi il dramma degli esodati,
ma anche quello di tutti quei lavoratori ai quali è stato negato il sacrosanto
diritto di andare in pensione. Il governo avrebbe dovuto cambiarla già da tempo
ma con l’ennesimo rinvio dimostra di saper accelerare quando si tratta di
stravolgere la Costituzione, ma di frenare, invece, quando si tratta di
difendere i diritti dei lavoratori.
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