CON IL PD AL GOVERNO LA CASA COME UN BANCOMAT
di Giacomo Stucchi
Dopo aver ascoltato per anni la sinistra predicare l’importanza di seguire
l’oracolo di Bruxelles nel determinare le politiche economiche e fiscali dei
singoli Stati membri, scopriamo ora che invece non è più così. Il segretario
del Pd e presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha infatti rivendicato il
diritto di Palazzo Chigi di decidere in piena autonomia quale politica fiscale
adottare, nella fattispecie la riduzione della tassazione immobiliare,
prescindendo dalle direttive comunitarie. Abbassare le tasse sulla casa in
generale, non solo sulla prima, è una cosa sacrosanta. In primo luogo perché i
governi Monti-Letta-Renzi, tecnici o delle larghe intese ma comunque con dentro
il Pd, hanno sempre utilizzato gli immobili come fossero un bancomat; e far
quadrare i conti con l’aumento di un comodo gettito fiscale imposto sulla casa è
stato di certo più facile che impegnarsi in una seria politica di tagli agli
sprechi nella spesa pubblica. In secondo luogo perché gli stessi governi, con
quest’assurda e ingiusta politica fiscale, hanno massacrato il settore
dell’edilizia, da sempre volano di sviluppo e di crescita dell’economia del
nostro Paese. Quindi, se il premier e segretario del Pd si ravvede e abbandona
le politiche fallimentari dei precedenti governi di sinistra , compresa quella
del suo stesso esecutivo che per un anno e mezzo non ha fatto nulla per
abbassare o semplicemente razionalizzare la tassazione immobiliare, ben venga.
Il punto però è quanto questa politica, per il momento solo annunciata, possa
effettivamente diventare un fatto concreto e soprattutto permanente. Bankitalia,
infatti, ha messo le mani avanti e spiegato, per bocca del suo vicedirettore
Luigi Federico Signorini in audizione sul Def, che il taglio delle tasse ha
effetto solo se permanente. I dubbi e i rilievi sul Def nel corso delle
audizioni parlamentari, così come i moniti della Corte dei Conti, che chiede
maggiori certezze sulla tassazione della casa, richiama alla “credibilità” sulla
spending review e osserva che la ripresa è “fragile e incerta”, non sono però
invenzioni della Lega Nord ma questioni sul tappeto che il premier fa finta di
ignorare.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home