LA LEGA NORD BALUARDO DI DEMOCRAZIA
di Giacomo Stucchi
L’accordo raggiunto nel Pd per l’approvazione del ddl Boschi sulla riforma
del Senato è un puro esercizio di bizantinismo. Leggendo gli emendamenti
“unitari”, presentati dalla presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro, l’impressione è che nel Pd abbiano fatto uno sforzo
più nell’utilizzo della semantica che non nell’approfondimento del diritto
costituzionale. Si tratta, infatti, di emendamenti incomprensibili e persino
incoerenti nel contesto della riforma stessa; che, occorre ricordarlo, con il
combinato disposto della nuova legge elettorale, l’Italicum, ha come effetto
quello di concentrare un enorme potere nella mani di pochi. La Costituzione non
viene quindi migliorata ma semplicemente scardinata. La corsa in Aula del ddl
Boschi, pur sapendo che erano ancora tante le perplessità e i dubbi nel merito,
si spiega solo con la volontà di Renzi di volere mettere nell’angolo una volta
per tutte la minoranza del suo partito. Ma la Costituzione non può essere un
affare interno al Pd, né una merce di scambio politico tra gruppi e fazioni di
quel partito. Questo modo di procedere non ha niente a che vedere con una vera
fase costituente, della quale il Paese avrebbe avuto profondamente bisogno. La
verità è che le forze politiche rappresentate in Parlamento non sono messe nelle
condizioni di dare il loro fattivo contributo alla riforma costituzionale.
Anzi, tutte le volte che i parlamentari cercano di esercitare il loro diritto di
legislatori avanzando delle proposte concrete, ancorché in dissenso con il
governo, vengono tacciati di ostruzionismo dai rappresentanti del governo e
messi alla gogna come oppositori del cambiamento. Ma non è così. Siamo d’accordo
con il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi quando afferma che dalla
riforma costituzionale passa "la credibilità del Paese", ma questo non può
tradursi nell’obbedienza parlamentare e politica al segretario-presidente Renzi.
Al Pd, e alle stampelle parlamentari che intendono continuare a ubbidire ai
diktat di Palazzo Chigi, la Lega Nord risponde quindi in Parlamento coi mezzi
consentiti dalla legge e nell’interesse supremo di tutti i cittadini.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home