Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, settembre 24, 2015

LA LEGA NORD BALUARDO DI DEMOCRAZIA


di Giacomo Stucchi

L’accordo raggiunto nel Pd per l’approvazione del ddl Boschi sulla riforma del Senato è un puro esercizio di bizantinismo. Leggendo gli emendamenti “unitari”, presentati dalla presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro, l’impressione è che nel Pd abbiano fatto uno sforzo più nell’utilizzo della semantica che non nell’approfondimento del diritto costituzionale. Si tratta, infatti, di emendamenti incomprensibili e persino incoerenti nel contesto della riforma stessa; che, occorre ricordarlo, con il combinato disposto della nuova legge elettorale, l’Italicum, ha come effetto quello di concentrare un enorme potere nella mani di pochi. La Costituzione non viene quindi migliorata ma semplicemente scardinata. La corsa in Aula del ddl Boschi, pur sapendo che erano ancora tante le perplessità e i dubbi nel merito, si spiega solo con la volontà di Renzi di volere mettere nell’angolo una volta per tutte la minoranza del suo partito. Ma la Costituzione non può essere un affare interno al Pd, né una merce di scambio politico tra gruppi e fazioni di quel partito. Questo modo di procedere non ha niente a che vedere con una vera fase costituente, della quale il Paese avrebbe avuto profondamente bisogno. La verità è che le forze politiche rappresentate in Parlamento non sono messe nelle condizioni di dare il loro fattivo contributo alla riforma costituzionale. Anzi, tutte le volte che i parlamentari cercano di esercitare il loro diritto di legislatori avanzando delle proposte concrete, ancorché in dissenso con il governo, vengono tacciati di ostruzionismo dai rappresentanti del governo e messi alla gogna come oppositori del cambiamento. Ma non è così. Siamo d’accordo con il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi quando afferma che dalla riforma costituzionale passa "la credibilità del Paese", ma questo non può tradursi nell’obbedienza parlamentare e politica al segretario-presidente Renzi. Al Pd, e alle stampelle parlamentari che intendono continuare a ubbidire ai diktat di Palazzo Chigi, la Lega Nord risponde quindi in Parlamento coi mezzi consentiti dalla legge e nell’interesse supremo di tutti i cittadini.