Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, ottobre 08, 2015

LA RIFORMA DELLE POLTRONE

di Giacomo Stucchi
Quanto accaduto in questi ultimi giorni nel dibattito al Senato sulla riforma costituzionale è lo specchio di questa legislatura. Con il Pd, in primis, ma anche con Forza Italia, che porteranno in futuro il peso delle loro responsabilità per aver permesso un processo legislativo molto discutibile: sia sul piano dei contenuti, sia su quello delle procedure. Questo iter legislativo probabilmente, grazie alla forza dei numeri, porterà al varo di una riforma costituzionale ma in sfregio alle più elementari regole della democrazia parlamentare. La Costituzione non è un trofeo da conquistare ma la legge delle leggi per un intero Paese. Il governo la sta modificando profondamente portando avanti un muro contro muro con le opposizioni, che non sono state messe nelle condizioni di dare il loro contributo ma solo di “prendere o lasciare” quanto già deciso in altra sede. Il “parere contrario” del governo ai nostri emendamenti, e a quelli delle altre forze politiche, è stato infatti il comune denominatore di tutto il dibattito; e ha prevalso più la paura dell’esecutivo di andare sotto che non la volontà di approvare un testo quanto più condiviso. Dei contenuti della riforma, dalle funzione del nuovo Senato alle modalità di elezione, ci soffermeremo a lungo nei prossimi mesi anche in vista della campagna elettorale che ci aspetta per il referendum. Intanto, però, occorre sottolineare che se il nostro Paese avrà questa riforma arlecchino, frutto di una miriade di compromessi, raggiunti per lo più all’interno del Pd tra le diverse anime che lo compongono, sarà grazie al supporto che gli scissionisti di Verdini, ma anche i senatori di Forza Italia, hanno dato alla maggioranza. Senza il loro aiuto quest’orribile nuovo Senato, che non serve al Paese, non avrebbe mai visto la luce. Renzi, infatti, su questa riforma come su molti altri provvedimenti, non è mai riuscito a trovare una vera sintesi all’interno del suo stesso partito. La verità è che il ddl Boschi, più che sulla condivisone politica e istituzionale, è andato avanti grazie alla promessa delle poltrone istituzionali.