Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, novembre 15, 2011

L'OPPOSIZIONE DEL CARROCCIO E' LEGITTIMA E NECESSARIA

di Giacomo Stucchi


Non saranno certo le dichiarazioni di qualche transfuga del Pdl, oggi tra i più accaniti sostenitori di un governo Monti e tra i più restii a ridare la parola al popolo, a turbare i nostri sonni. Al contrario, più si fanno pressanti le richieste alla Lega Nord di non rimanere all’opposizione, maggiore è la nostra convinzione di essere dalla parte del giusto. Fanno poi sorridere i falsi benpensanti che si scandalizzano per la convocazione del Parlamento della Padania per il prossimo 4 dicembre. In primo luogo, perché il Carroccio non ha mai interrotto, né annacquato, la lotta per il raggiungimento dell’indipendenza della Padania. Obiettivo per raggiungere il quale abbiamo sempre continuato la nostra battaglia, pacifica e alla luce del sole, garantendo anzi che legittime aspettative di milioni di uomini e donne rimanessero sempre nell’alveo del dibattito e delle istituzioni democratiche. Inoltre, perché a scandalizzare davvero dovrebbe essere non il nostro Parlamento, che funge da cinghia di trasmissione tra la base e le rappresentanze parlamentari e amministrative, ma il governo di tecnici, scelto dai banchieri e dai partner europei, che potrebbe insediarsi a breve a Palazzo Chigi! Questo sì che costituisce uno scandalo e che ci fa vivere sentimenti contrastanti: sollievo, per la decisione della Lega Nord di collocarsi all’opposizione, ma preoccupazione, e tanta, per i popoli Padani. Quando a Roma si parla di sacrifici e di risanamento del debito pubblico, dove pensiate che li prendano i soldi se non dalle tasche di coloro che producono e lavorano senza nulla chiedere? Ecco perché la convocazione del Parlamento della Padania è quanto mai opportuna e necessaria, per far capire al “manovratore” che questa volta non si potrà contare sulle nostre imprese e sui nostri lavoratori per porre rimedio ai disastri fatti sia dai burocrati di Bruxelles, dall’introduzione dell’euro in poi, sia da una classe politica romanocentrica che non riesce proprio a vedere al di là del proprio naso. Non avevano detto, i vari Bersani, Di Pietro, Fini e Casini, che le dimissioni di Berlusconi si sarebbero tradotte nel ribasso immediato dello spread di qualche centinaio di punti? Dove sono adesso certi osservatori ed economisti da strapazzo che, anziché passare il loro tempo in televisione, farebbero bene a studiare ed approfondire le materie sulle quali pretenderebbero di dare lezioni? Costoro ci spieghino adesso perché, nonostante le dimissioni del premier, chieste a gran voce per mesi e mesi, le borse continuano ad essere ballerine? Anche alla luce di questi fatti riteniamo quindi legittimo, ma anche un nostro preciso dovere, diffidare di qualsiasi ipotesi di governo privo di legittimazione popolare e, quindi, senza titolo per chiedere alcunché ai cittadini.