Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, dicembre 03, 2009

IL DIALOGO COME CARTA VINCENTE

di Giacomo Stucchi

Le polemiche suscitate dall’ormai noto fuori onda di Fini sul premier nuocciono alle istituzioni ma soprattutto ai cittadini. In una grande coalizione di governo la dialettica è normale, così come lo è la differenza delle opinioni, ma arriva un punto in cui la libera espressione delle idee diventa sintesi e poi azione di governo. In tal senso il centrodestra, a differenza degli esecutivi di prodiana memoria, ha dalla sua il vantaggio di avere un chiaro programma elettorale che gli elettori hanno dimostrato di condividere in più di un' occasione e che quindi è diventato programma di governo. Questa legislatura, quindi, non può e non deve concludersi con un nulla di fatto. Siamo davvero troppo vicini alle meta, penso al federalismo fiscale ma anche alle riforme nella pubblica amministrazione, per buttare tutto alle ortiche. I cittadini non lo capirebbero. Ecco perché eventuali contrasti, o aspettative divergenti, come quelle nate negli ultimi tempi (accentuate peraltro da organi di informazione con la sindrome dello scoop), devono essere messe da parte in nome degli interessi dei cittadini. Per far questo necessita però una duplice inversione di rotta. Sul piano sostanziale c’è la necessità assoluta di portare rapidamente a compimento tutte quelle riforme che servono all’ammodernamento dello Stato. Un compito non facile, certo, che deve fare i conti con mille resistenze ma anche con un sistema legislativo farraginoso e complesso. Proprio per questi motivi, tuttavia, spingere il piede sull’acceleratore delle riforme è la migliore risposta possibile alla propaganda politica e di informazione portata avanti da coloro che (dentro e fuori il Parlamento) solo a parole dicono di voler cambiare le cose, salvo poi limitarsi a fare i guastatori delle istituzioni o, peggio, del dialogo tra le forze politiche, infischiandosene dell’interesse collettivo. Sulla giustizia, per esempio, a nostro parere dovrebbero essere per primi i magistrati, insieme a tutti gli operatori della giustizia, oltre naturalmente a tutti i cittadini fruitori della stessa, ad accogliere favorevolmente una radicale riforma del sistema giudiziario che, cosi com’è, fa acqua da tutte le parti. Ma c’è un altro aspetto. Sul piano politico e istituzionale, è infatti indispensabile abbandonare il muro contro muro perpetrato sino ad oggi da talune istituzioni, penso a certi settori della magistratura, così come gli atteggiamenti ondivaghi del maggior partito di opposizione, il Pd, che un giorno cavalca gli estremismi di Di Pietro e l’altro cerca il dialogo. Guardare alla volontà riformatrice del governo, e della maggioranza che lo sostiene, come ad un’occasione potrebbe portare ad un dialogo costruttivo, con precise scadenze che determinino un punto d’arrivo certo, e costituire la carta vincente per far decollare finalmente questo Paese. Naturalmente poi, per poter portare a compimento questa legislatura in modo costruttivo, serve anche che tutti gli attori protagonisti facciano sino in fondo la loro parte.