Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, novembre 26, 2009

SULLE TASSE NON ACCETTIAMO LEZIONI DALLA SINISTRA

di Giacomo Stucchi

E’ per forza di cose il bersaglio preferito di tutti, sia di chi vorrebbe un allargamento dei cordoni della borsa per favorire un maggiore sviluppo, sia di chi (per la verità con argomentazioni pretestuose e spesso prive di fondamento) vorrebbe invece attribuirgli inesistenti responsabilità. Stiamo parlando, naturalmente, del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che è intervenuto oggi in commissione Bilancio alla Camera. “Di materia fiscale ne parleremo dopo la finanziaria, anche con le parti sociali”, ha detto il titolare di via XX Settembre, sottolineando comunque come il governo già nel corso di questa prima parte della legislatura abbia alleggerito il peso del fisco sui cittadini. “Abbiamo – ha detto Tremonti – già un po' ridotto le tasse abolendo l'Ici e tagliando un pezzo di Irap”. Ecco perchè le critiche, secondo il titolare dell'Economia, sono frutto di 'ingratitudine'. Non solo, Tremonti rivolgendosi alle opposizioni ha sostenuto di trovare “curioso che chi ha inventato l'Irap ci accusi di non toglierla”. Come dargli torto? In effetti se c’è una parte politica che sul fronte fiscale non dovrebbe avere “nessun diritto di replica” è proprio quella del centrosinistra! Chi non ricorda, infatti, le politiche vessatorie del già ministro delle Finanze Vincenzo Visco, oppure l’introduzione di quegli strumenti fiscali chiamati “studi di settore”? Insomma le accuse del Pd al Governo di applicare un’elevata pressione fiscale, o peggio di non far nulla per abbassarla, oltre ad essere del tutto fuori luogo, sono anche in mala fede. La verità è che la sinistra ha storicamente, direi quasi nel proprio Dna, la cultura della tassazione che però, quasi sempre, non è mai coincisa con quella dell’efficienza dei servizi da fornire al cittadino. Dalla sanità alla sicurezza, dai trasporti alla pubblica amministrazione, non c’è un settore che abbia mai avuto una seria attenzione da parte dei governi di centrosinistra, né dal punto di vista del miglioramento dei servizi, né da quello delle riforme. Stupisce poi il fatto che venga rimproverato a Tremonti di non tagliare le tasse, quando il Pd (ovvero il partito della “spesa pubblica”) è perfettamente a conoscenza sia della voragine del debito pubblico, con il quale qualsiasi ministro dell’Economia deve fare i conti, sia dell’incognita della congiuntura internazionale dalla quale il nostro Paese (come riconoscono gli stessi organismi internazionali) sta uscendo meglio di molti altri Stati europei e non. Per quanto ci riguarda, se dovessimo fare delle richieste specifiche a Tremonti, oltre alla garanzia del mantenimento degli ammortizzatori sociali per i lavoratori rimasti senza stipendio a causa della crisi, e agli incentivi alle piccole e medie imprese che costituiscono la principale ossatura della nostra economia, chiederei di prevedere più risorse per l’immediata attuazione del federalismo fiscale. Unica soluzione al problema della razionalizzazione della spesa pubblica, ma anche al miglioramento dello standard dei servizi.