Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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mercoledì, gennaio 16, 2008

Ecco cosa succede quando si semina zizzania

di Giacomo Stucchi

L’aver chiuso le porte dell’Università La Sapienza di Roma a Papa Benedetto XVI, può essere considerato un episodio o è il frutto di un clima di intolleranza che sta prendendo piede e trae linfa vitale anche dall’attuale caos politico? Per essere più chiari, la questione è: il Governo in carica ha delle responsabilità, ancorché indirette, rispetto al fatto che un certo numero di docenti, con a seguito studenti perditempo, siano stati in grado di trasformare la laicità in intolleranza e di far fare allo Stato una figuraccia che rimarrà per sempre, come una macchia indelebile, nella storia dei rapporti con il Vaticano? Secondo me, ce l’ha e non è certo un caso che tutto questo sia accaduto con l’Unione al Governo. E’ innegabile, infatti, che quando i partiti dell’estrema sinistra, che si rifanno alla cultura comunista, e quindi ad una visione della società che si basa sullo scontro di classe, riescono ad occupare i principali ruoli istituzionali, tutto ciò si ripercuote nelle relazioni sociali. Per quanto mi riguarda, non è neppure la prima volta che sottolineo come l’azione del Governo Prodi stia avendo delle conseguenze negative, soprattutto sul piano sociale, che faremo fatica a sanare nel prossimo futuro. La scorsa estate, per esempio, scrivevo che "in un epoca già di per sé avara di valori ideali ai quali, soprattutto i più giovani, si possono ispirare, questo Governo (oltre a tutti i danni che sta provocando in economia, nel sociale, nella giustizia, nella sicurezza, nella politica estera) si è rivelato anche un pessimo esempio, come pochi altri nella storia repubblicana". Insomma, si dice che il pesce puzza dalla testa; mai, come nel caso in questione, il detto popolare è così calzante. Se un presidente del Consiglio, e i suoi ministri, se ne fregano della volontà della maggioranza dei cittadini, che vorrebbero un immediato passaggio delle consegne a Palazzo Chigi, e se le maggiori istituzioni dello Stato fanno finta di non vedere questo malessere e, anzi, cercano di stemperare la situazione (che invece, dall’immondizia della Campania all’inarrestabile corsa al rialzo dei beni di prima necessità, è drammatica), non ci si può aspettare poi un comportamento coerente e sensato da parte degli studenti. In altre parole, quello attuale è un Governo che, da quando si è insediato, non ha fatto altro che seminare zizzania nella società. Rifiutando l’offerta di collaborazione, fatta dal leader dell’opposizione Berlusconi, all’indomani della risicata e incerta vittoria del centrosinistra, Prodi ha inteso governare da subito facendo leva sulla contrapposizione politica e sullo scontro sociale. Persino le cosiddette liberalizzazioni, che avrebbero dovuto portare grandi vantaggi per i cittadini, hanno soltanto finito col mettere le categorie interessate le une contro le altre, e tutte contro i cittadini. La stessa permanenza del Professore al potere, del resto, è strettamente connessa al fatto che non si raggiunga nessun accordo sulle riforme tra maggioranza e opposizione. Tanto più si acuisce lo scontro, che Prodi non perde occasione per fomentare, tra le coalizioni, e all’interno di esse, quanto è più facile per il capo del Governo restare in sella. Con un siffatto esempio, non ci si può poi meravigliare se degli studenti, occupando il Senato accademico dell’università, abbiano manifestato la loro avversione per la massima autorità del Cattolicesimo. Ancora più grave è poi il fatto che gli stessi protagonisti dell’occupazione, abbiano scambiato la rinuncia del Papa ad andare nella sede universitaria, in una loro vittoria. La verità è che il loro comportamento, oltre ad aver calpestato gli stessi principi cardini che stanno alla base di una società, democratica, liberale e rispettosa di tutte le idee, ha reso povero e meschino tutto il mondo universitario. Che non può certo riconoscersi nell’intolleranza, e nell’ignoranza, dimostrata da taluni professori e studenti dell’università di Roma.