Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, ottobre 25, 2007

I danni irreparabili del governo Prodi

di Giacomo Stucchi

Premesso che è impossibile fare previsioni su cosa accadrà nell’immediato futuro, in particolare al Senato dove il Governo gioca coi numeri in una sorta di continua roulette russa, è sicuramente un dovere dei dirigenti dell’Unione riflettere sui danni irreparabili che la maggioranza di centrosinistra sta provocando alle istituzioni. Se a Palazzo Madama il Governo cadrà sulla Finanziaria, oltre a quel provvedimento saranno carta straccia anche tutti i suoi collegati, in primis il protocollo sul Welfare. Con il risultato, tra l’altro, che a milioni di lavoratori, che hanno espresso con il voto la loro opinione (favorevole o contraria non importa) sull’accordo tra Governo e i sindacati, nessuno chiederà nemmeno scusa per il disturbo provocato. Il Governo Prodi, pur sapendo di non avere i numeri al Senato, ma anche di non avere una maggioranza coesa a sostenere la sua politica, si è fatto beffa degli uomini e delle donne che sono andate a votare, facendo credere loro di essere nelle condizioni di mantenere degli impegni. In realtà, la debolezza del Governo (e la sua conseguente incapacità ad assumere degli impegni di qualsiasi natura e portata), è stata palese sin dall’aprile del 2006. Se allora era facile prevedere la breve vita di questo Governo, un po’ meno lo era immaginare sino a che punto i ministri di Prodi avrebbero messo a dura prova le istituzioni e la pazienza dei cittadini. Basti pensare ai problemi sul fronte della giustizia, ma soprattutto ai rapporti tra questa e la politica. Comunque vada a finire la vicenda dell’indagine del PM De Magistris, questa in futuro peserà come un macigno. Un ministro della Giustizia che rimuove, sia pur utilizzando gli strumenti che la legge gli consente, un magistrato che sta indagando su di lui e sul Presidente del Consiglio, compie una scelta politicamente pesante. Non oso nemmeno immaginare peraltro cosa sarebbe accaduto se una cosa del genere l’avesse fatta l’ex Ministro Castelli durante il Governo Berlusconi: schiere di esponenti dell’opposizione avrebbero dato l’assalto al ministero di via Arenula e i fantocci col viso di Berlusconi sarebbero stati bruciati per le strade delle città. Tornando ai danni irreparabili che l’Unione sta facendo alle istituzioni, che dire poi dei rapporti tra il Governo e le istituzioni locali? Basti pensare al dietrofront dell’esecutivo sul cosiddetto pacchetto sicurezza. Prima si è sbandierato ai quattro venti l’importanza del ruolo dei Sindaci (che avendo, a livello locale, più di ogni altra istituzione il polso della situazione sono pienamente legittimati ad avanzare proposte ed adottare provvedimenti in materia di sicurezza), poi però in Consiglio dei Ministri si è pensato bene di rimandare l’approvazione dei provvedimenti, alcuni dei quali suggeriti dagli stessi primi cittadini. Alla faccia dei problemi sulla sicurezza, tutto è stato rinviato a causa delle solite risse da pollaio tra i ministri i quali, da un lato, fanno finta di ascoltare le grida di allarme e di preoccupazione che salgono da tutte le parti, e che spingono sempre più cittadini pacifici a chiedere interventi decisi perché minacciati nella loro sicurezza, ma, dall’altro, se ne infischiano di adottare le misure che la situazione richiederebbe, preferendo invece continuare a discutere del niente. Come non ricordare, infine, altre due vicende eclatanti: la prima, relativa al trasferimento degli ufficiali della Guardia di Finanza e al siluramento del generale Speciale; la seconda inerente il piano di dismissione Telecom, che Prodi negò di conoscere nonostante fosse stato preparato dal suo consigliere e amico Angelo Rovati. In entrambi casi, al di là della verità dei fatti (peraltro non ancora chiariti sino in fondo), ad essere compromessa è stata la credibilità delle istituzioni e le conseguenze di comportamenti istituzionali quanto meno improvvidi sono state scaricate su dei capri espiatori.
Tratto da LA PADANIA del 25 ottobre 2007