Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, maggio 02, 2007

Immigrazione, l’incoscienza del Governo non ha pari in Europa

di Giacomo Stucchi

Il provvedimento approvato lo scorso 24 aprile dal Consiglio dei Ministri, che delega al Governo il riesame della disciplina dell' immigrazione e delle norme sulla condizione dei cittadini stranieri, lungi dal promuovere l'immigrazione regolare e favorire l'incontro fra domanda e offerta di lavoro (come si legge nel disegno di legge presentato dai ministri dell´Interno, Giuliano Amato, per la Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero) è in realtà un lasciapassare per chiunque, criminale o meno, abbia voglia di entrare in Italia e fare quello che gli pare. Tra le tante sciagurate novità, che metteranno le nostre città alla mercé degli stranieri (non tutti animati da buone intenzioni e desiderosi di venire a lavorare), sono da sottolineare: la durata del “decreto flussi”, che fissa le quote di stranieri da ammettere in Italia e che da annuale diventerà triennale; l'introduzione di un canale privilegiato, al di fuori delle quote stabilite per i flussi, al fine di consentire l'ingresso di lavoratori altamente qualificati; laconcessione “veloce” di un permesso di soggiorno della durata massima di 5 anni per i soggetti particolarmente qualificati nei campi della ricerca, della scienza, della cultura, dell’arte, dell'imprenditoria, dello spettacolo e dello sport; infine, dulcis in fundo, la riesumazione dello "sponsor", che potrà far entrare immigrati per motivi di lavoro, offrendo garanzie di carattere patrimoniale sul loro sostentamento e sul loro eventuale rimpatrio. Ora, a fronte di questa tanto straordinaria quanto incosciente resa incondizionata del Governo dinanzi al fenomeno migratorio (che peraltro vede l’Italia fortemente esposta rispetto a tutti gli altri Stati dell’Unione europea), la cronaca di tutti i giorni evidenzia la triste e amara realtà, fatta di gravi episodi criminali con protagonisti degli immigrati. Dall’inizio dell’anno, si potrebbero citare molti casi in tutta Italia. Solo nelle ultime ore non c’è stato nemmeno il tempo di celebrare i funerali di Vanessa Russo, la giovane uccisa sulla banchina di una fermata della metropolitana di Roma, secondo gli investigatori per mano di una rumena; che un altro fatto criminale, l’assassinio a colpi d’ascia di due coniugi, Ennio Greco e Maria Reda, in provincia di Cosenza, potrebbe vedere coinvolta una badante rumena. Tuttavia, ciò che accade nella vita reale (e non nei Palazzi del Governo, dove Prodi e i suoi ministri sembrano vivere in un altro mondo lontano anni luce dalla realtà) non significa nulla per chi ha in questo momento la responsabilità di garantire la sicurezza dei cittadini. La nostra impressione è che l’Esecutivo, rispetto al fenomeno dell’immigrazione (come già su altri fronti dell’azione di governo, come per esempio quello delle tasse), abbia più un approccio ideologico che pragmatico. Di certo influisce anche il tornaconto elettorale, che l’Unione spera di avere riconoscendo agli immigrati il diritto al voto dopo appena cinque anni di residenza in Italia. Ma rimane incomprensibile come dei governati, che dovrebbero avere a cuore almeno un minimo di interesse per i cittadini, che pagano le tasse ma che vengono ricambiati con il più totale disprezzo dei loro diritti, non si rendano conto che consentire al cittadino straniero di entrare senza nessun controllo in Italia, con la scusa di cercar lavoro ma in realtà sempre più spesso per delinquere, significa consegnargli le chiavi di casa e permettergli di fare quello che vuole. In quale altro Stato di diritto esiste una legislazione del genere? Noi crediamo da nessuna parte. Il ministro Amato, che l’11 e il 12 maggio prossimi a Venezia incontrerà i suoi colleghi di Germania, Spagna, Francia, Polonia e Regno Unito per la riunione dei Ministri dell’Interno del G6, che serve a concordare azioni in materie di reciproco interesse (come sono quelli delle migrazioni, della lotta alla criminalità organizzata e al traffico di droga, del terrorismo internazionale), potrebbe però constatarlo di persona e magari trarne le conseguenze.