Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, gennaio 11, 2007

CONGRESSO DI MILANO, IL NORD IN PRIMO PIANO

di Giacomo Stucchi

Certa stampa politicamente maliziosa ha letto l’importante appuntamento del prossimo fine settimana, il congresso lombardo della Lega Nord, come un occasione per dirimere presunte competizioni nelle fila del Carroccio. Piaccio o no, le cose non stanno così. Il movimento leghista nasce, si sviluppa, e partecipa all’esperienza dei governi Berlusconi grazie all’opera infaticabile del segretario federale Umberto Bossi che indica la rotta da seguire al fine di raggiungere un unico obiettivo: il federalismo. Tutto il resto è consequenziale e funzionale a questo risultato. Sarebbe bene quindi che anche i cosiddetti osservatori dei fatti politici si rendessero conto una volta per tutte che per la Lega Nord e i suoi uomini, dai parlamentari ai consiglieri regionali, provinciali e comunali, dai sindaci ai presidenti di provincia, dai dirigenti ai militanti, dagli iscritti ai simpatizzanti, non esistono altri obiettivi. E’ un fatto talmente semplice che non dovrebbe essere necessario soffermarsi a spiegarlo. Come tutti i movimenti è ovvio che anche nella Lega si discute, ci si confronta e possono esserci posizioni diverse. Ma perché se questo avviene in un partito della Cdl o dell’Unione viene chiamato dibattito, mentre se succede in un assise del Carroccio diventa divisione? La verità è che a molti, nella maggioranza così come nell’opposizione, il fatto che i leghisti continuino a perorare la causa del federalismo non va giù. Soprattutto perché un federalismo compito si tradurrebbe in una rivoluzione costituzionale senza precedenti. Un simile epocale cambiamento, a maggior ragione per chi è abituato ad essere riformista solo a parole, non è mai andato a bene a coloro che hanno sempre visto nel trasferimento dei poteri da Roma alla periferia una perdita della loro capacità di controllo e di interdizione in tutti i campi della vita sociale e dello sviluppo economico: dai trasporti alla sanità, dalle grandi opere pubbliche alle attività culturali, dalla sicurezza dei cittadini alle politiche scolastiche. Ecco perché, per i fautori del potere centralista a tutti i costi, tanto di destra quanto di sinistra, sarebbe auspicabile una Lega Nord divisa e indecisa sulla strada da seguire. Ed ecco perché commentatori ed editorialisti compiacenti non perdono occasione per mettere in cattiva luce il Carroccio nel maldestro tentativo di rendere sempre più in salita la lotta per il federalismo. Ma per loro disgrazia, e per fortuna dei cittadini del Nord, questo rischio non esiste. Anzi, è vero esattamente il contrario. Come si può evincere anche da una rapida lettura delle biografie dei parlamentari, pubblicate sui siti di Camera e Senato, il Carroccio ha portato in Parlamento la più giovane classe politica in assoluto. Ciò significa che il movimento, e per primo il suo segretario federale Umberto Bossi, guarda al futuro e non al passato, alle cose da fare e non alla contemplazione dei risultati ottenuti. Naturalmente ciò non significa rinunciare all’esperienza, tanto di chi è stato al governo quanto di chi ha vissuto un esperienza parlamentare, perchè capacità e personalità che hanno saputo affrontare le tante sfide del passato servono adesso a vincere quelle del futuro. Mai come oggi la Padania e i suoi popoli hanno bisogno infatti di una maggiore rappresentanza leghista a tutti i livelli istituzionali. Perché più Lega Nord e più federalismo significano lotta senza quartiere ai restauratori dell’ancienne regime rappresentato dalla Prima Repubblica. Sono passati molti anni dalle prime battaglie del Carroccio ma ci vediamo costretti dai fatti a fare le medesime rivendicazioni del passato. Se negli ultimi anni qualcosa stava cambiando, oggi, con l’avvento di un governo statalista nelle mani dei comunisti (che come è noto stanno al liberalismo come il diavolo all’acqua santa), esiste invece il concreto rischio di un ritorno al passato. L’assise lombarda della Lega Nord, al di là dei nomi e delle individualità che vi prenderanno parte e che l’animeranno, è importante perché rappresenta una delle poche occasioni, se non l’unica, in cui il Nord, con le sue città e province, coi suoi cittadini e le sue imprese, coi suoi giovani e anziani, e con le rappresentanze di tutte le categorie sociali, ha la possibilità di interrogarsi sul proprio futuro e sulla strada che intende intraprendere sotto la guida di Umberto Bossi.