Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, febbraio 16, 2006

FEDERALISMO FISCALE NEL PROGRAMMA DELLA CDL

di Giacomo Stucchi

E’ difficile aggiungere chiarezza e competenza a quanto già scritto da Giancarlo Pagliarini nei suoi articoli sul federalismo fiscale pubblicati su la Padania. Persino gli avversari politici, dotati di un minimo di onestà intellettuale, non possono confutare le sue argomentazioni perché supportate da numeri e analisi concrete, non certo da chiacchiere. Il dato politico che ne deriva è questo: se il popolo non conferma coi referendum la riforma costituzionale varata dalla Cdl e se, a tamburo battente, nella prossima legislatura non si continua a marciare spediti sulla strada delle riforme, in primis con l’introduzione del federalismo fiscale, andiamo tutti a fondo. Qui non si tratta del destino di Berlusconi, di Forza Italia o della Lega Nord, qui c’è in ballo il futuro dei nostri figli, da Bolzano a Siracusa. Il problema è tanto semplice quanto drammatico: lo Stato per come lo abbiamo inteso negli ultimi sessant’anni, dal sistema pensionistico a quello sanitario, dalla pubblica istruzione alla sicurezza, controllato e diretto da Roma, non esisterà più. Un epilogo che non dipende dai destini elettorali della Cdl o dell’Unione, ma dallo stato delle cose. Prima o poi, infatti, l’attuale sistema per cui con le tasse prelevate alle Regioni di una parte del paese, si pagano le pensioni o la sanità di un'altra, imploderà. E sapete perché? Perché le imprese che sino ad oggi hanno tirato la carretta, versando al sistema centrale fiumi di denaro sotto forma di imposte, non reggono più. Nel libro dei sogni, e direi anche delle barzellette, scritto dall’Unione si parla di maggiori risorse per la ricerca e lo sviluppo. Ora, premesso che lo Stato non ha, e credo proprio non avrà anche nell’immediato futuro, le risorse economiche per incrementare il suddetto settore, e continuando il prelievo fiscale a portare via circa la metà che fatturano le aziende, quelle virtuose dove trovano il denaro necessario a diventare più competitivi sui mercati? Inoltre, come possono stare al passo con la concorrenza tecnologica da un lato, e la manovalanza da schiavitù che in Cina e in India fa si che un lavoratore costi un quarto di quello italiano? La risposta a questi problemi, che sono gli stessi di un paio di lustri fa ma che nel frattempo si sono ingigantiti al cubo, è quella del federalismo fiscale. Non c’è via di scampo. Solo quando ogni Regione potrà usufruire della ricchezza che produce, potremo migliorare la nostra vita e guardare al futuro con ottimismo. In tal senso, fa ben sperare l’accordo portato a casa dal ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, con l’MpA di Raffaele Lombardo. L’intesa con il leader autonomista siciliano serve al Carroccio a far comprendere al Sud, attraverso un movimento fortemente legato al territorio, come solo con una forte spinta autonomista, che affranchi cittadini e imprese dal retaggio dell’assistenzialismo statale, sia possibile creare sviluppo e benessere. Anche perché con i vincoli dell’Ue, né l’incremento del debito pubblico né la svalutazione della moneta, possono essere la soluzione per rilanciare l’economia. Per la Lega Nord la strada delle riforme e del federalismo fiscale costituiscono quindi parte integrante del programma elettorale della Cdl. L’Unione invece, impegnata a portare in Parlamento il peggio del Paese anziché occuparsi seriamente dei suoi problemi, per mano dei suoi rappresentanti ha depositato presso la Cassazione le firme per il referendum contro la devolution. Ai cittadini, quindi, il compito di giudicare.